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Quirinale, l’ultima zampata di ‘Re Giorgio’

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Non ci si aspettavano altre mosse da parte del Capo dello Stato, dopo il consolidamento delle “larghe intese” da lui tanto volute e l’ormai imminente fine della sua lunga presidenza. Ed invece, nel suo ultimo discorso, proprio nel giorno in cui Beppe Grillo lancia l’inizio della campagna referendaria contro la moneta unica, è arrivata l’ultima zampata del Re: una durissima presa di posizione contro il M5S, definito ormai apertamente da Napolitano come “eversivo”.

Ancora una volta, il Capo dello Stato attacca direttamente l’unica opposizione parlamentare al governo in carica. E lo fa in un momento in cui la politica, travolta dalla corruzione, non sembra più poter essere difesa. Non è così, però, per Napolitano. Mentre, a suo dire, gli scandali romani – che stanno facendo venire alla luce i profondi legami tra criminalità organizzata e partiti – rappresenterebbero un “grave decadimento della politica“, la proposta referendaria contro l’Euro (ovviamente perfettamente legittima) sarebbe la prova di una “patologia eversiva” in cui “gli ingredienti dell’anti-politica si sono confusi con gli ingredienti dell’anti-europeismo”.

La corruzione, dunque, non sarebbe che un fenomeno intra-sistemico, che certo va represso, ma che non avrebbe nulla di “preoccupante” dal punto di vista del funzionamento della vita democratica del Paese. Protestare – con una raccolta firme da presentare in Parlamento – contro l’Euro e contro quel cancro della partitocrazia che ha rovinato il Paese, è invece un atto criminale, eversivo, un attentato alla democrazia rappresentativa.

La logica è chiara: o con i partiti – e quindi anche con le “piccole” distorsioni del loro sistema clientelare – o contro di essi. E, per Napolitano, in qualsiasi circostanza ed a qualsiasi costo, si deve sempre stare dalla loro parte. Il Movimento 5 Stelle è riuscito, per la prima volta in Italia, a dar voce a 9 milioni di cittadini che, invece, vogliono rivendicare il loro diritto a stare dall’altra parte, contro la corruzione dilagante e contro una moneta che impedisce qualsiasi possibilità di ripresa economica.

Ma per Napolitano è eversiva ogni critica allo status quo, se è eversivo ogni tentativo di liberarsi dalla schiavitù politica ed economica cui il nostro Paese è ormai ridotto. Così ha sempre pensato fin dall’inizio del suo mandato. E così lo terminerà: difendendo un sistema parassitario e in decomposizione, che lo ha rieletto con l’unico scopo di bloccare quel processo di rivoluzione democratica iniziato con le ultime elezioni politiche nazionali.

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