Il mondo FQ

Tesla, Daimler e Toyota cedono le quote. E realizzano 10 volte l’investimento

I due gruppi automobilistici vendono le azioni dell'azienda californiana, che nel frattempo hanno decuplicato il loro valore. Il prezzo del greggio in calo e quindi il possibile rallentamento della diffusione dell'elettrico potrebbero aver pesato sulla scelta di disimpegnarsi dall'azienda di Elon Musk
Tesla, Daimler e Toyota cedono le quote. E realizzano 10 volte l’investimento
Icona dei commenti Commenti

Daimler e Toyota hanno fatta cassa con le azioni Tesla, decuplicando l’investimento fatto nella società di Elon Musk. Malgrado i bilanci floridi e i numeri positivi di questo ultimo semestre (il costruttore giapponese che beneficia della debolezza dello yen ha appena rivisto al rialzo i propri obiettivi per l’anno fiscale che si conclude a marzo 2015), entrambe le multinazionali dell’auto hanno venduto le quote del marchio elettrico californiano.

Dal punto di vista squisitamente finanziario entrambe le operazioni sono ampiamente giustificate. Daimler aveva acquistato una partecipazione nel 2009 pari al 9,1%, cedendo poi il 40% del suo pacchetto al fondo di Abu Dhabi Abar Investmets PJSC. Secondo gli analisti, l’intera operazione era costata al massimo 60 milioni di dollari. Al momento dell’annuncio della cessione, Daimler aveva in portafoglio il 4% di Tesla, piazzato attorno ai 780 milioni di dollari (611 milioni di euro). I manager del gruppo tedesco si erano affrettati a precisare che la collaborazione sarebbe proseguita, ma che per la sua continuazione non sarebbe stata necessaria la quota azionaria.

Toyota è stata meno prodiga di informazioni, ma ha comunque ceduto il suo 2,4% di partecipazione acquisito nel corso del 2010 ad una cifra pari a 50 milioni di dollari. Nell’ultimo bilancio del costruttore nipponico la quota figurava con un controvalore di 690 milioni. Significa che sia Daimler sia Toyota hanno fatto un grande affare, superiore ai 700 milioni la prima e probabilmente attorno ai 650 la seconda, con un investimento che ha fruttato almeno dieci volte tanto quello iniziale nel giro di un lustro, poco più o poco meno. Il sogno di qualsiasi piccolo risparmiatore.

La tempistica delle cessioni non pare tuttavia casuale. Tesla ha guadagnato crescenti consensi soprattutto in maniera direttamente proporzionale all’apprezzamento del greggio e dei carburanti tradizionali che rendevano sempre più costosa la gestione di un veicolo ad alimentazione termica.

Tesla – che per favorire la diffusione di auto elettriche aveva fatto sapere che non avrebbe fatto ricorso a vie legale contro chi intendesse sfruttare i suoi brevetti – commercializza esclusivamente auto elettriche di lusso. Una nicchia che, seppur in espansione, potrebbe crescere più lentamente delle attese se il prezzo del petrolio dovesse continuare a scendere o restare sui livelli attuali. Musk punta al mezzo milione di auto l’anno e inevitabilmente andrebbe a contendere clienti anche a Mercedes-Benz e a Lexus, marchi rispettivamente di Daimler e Toyota. Finora gli investitori hanno creduto nel “sogno elettrico”, ma il quadro potrebbe cambiare.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione