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Buchi neri, fotografato per la prima volta flusso di raggi gamma

Lo studio pubblicato su Science e coordinato da Jelena Aleksic, dell’Istituto di Fisica delle alte energie di Barcellona, è la prima visione diretta sul processo di formazione di 'getti' nelle sorgenti cosmiche
Buchi neri, fotografato per la prima volta flusso di raggi gamma
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“Tempesta di fulmini” da un buco nero: è una ‘prima’ quella fotografata da Magic, una coppia di telescopi per raggi gamma istallati nelle Canarie, e cui collaborano per l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Lo studio pubblicato su Science e coordinato da Jelena Aleksic, dell’Istituto di Fisica delle alte energie di Barcellona, è la prima visione diretta sul processo di formazione di ‘getti’ nelle sorgenti cosmiche. A essere avvistato è stato più precisamente un flusso di raggi gamma, radiazioni ad altissima energia, provenienti dal nucleo di Ic 310, una galassia attiva che appartiene all’Ammasso di Galassie del Perseo, distante circa 260 milioni di anni luce dalla Terra.

“I raggi gamma di alta energia sono molto importanti perché permettono di esplorare le zone più interne dei nuclei galattici attivi” 

“I raggi gamma di alta energia – ha spiegato Angelo Antonelli, responsabile Inaf presso la collaborazione Magic – sono molto importanti perché permettono di esplorare le zone più interne dei nuclei galattici attivi. Con queste osservazioni si può arrivare in prossimità del buco nero centrale, dove si verificano le condizioni fisiche più estreme”. Ic 310 è una vecchia conoscenza degli astronomi, già nota per emettere radiazione di alta energia, è ha mostrato l’esistenza di rapide variazioni del flusso di energia proveniente dalla sorgente cosmica e permettere così di comprendere meglio quello che avviene attorno ai buchi neri.

“Da quando è entrato in funzione, ormai 10 anni fa – ha spiegato Barbara De Lotto, dell’Università di Udine e responsabile Infn presso la collaborazione Magic – questo osservatorio ha potuto ottenere questo e altri risultati altrettanto importanti grazie alle sue ottime prestazioni. Questo grazie all’utilizzo di tecnologie di punta che vengono tenute costantemente aggiornate dal lavoro dei ricercatori e dei tecnici degli Istituti di ricerca coinvolti nell’esperimento”.

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