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India come Italia: è Stato ancora ucciso un giovane

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Inizialmente avevo tenuto da parte questo ritaglio solo perché mi era sembrata davvero eccessivo l’accostamento tra i due titoli.

Si tratta del quotidiano The Hindu di Chennai, in Tamil Nadu, India del Sud. È un quotidiano stimato e rispettato, uno dei pochi che ci tiene ancora a un giornalismo basato sui fatti e non sulle opinioni o i sensazionalismi. Insomma, un dinosauro destinato a indebolirsi, come indicano i suoi dati di vendita. Però questi due titoli mi sono sembrati davvero irresistibili: “Appuntato di polizia spara e uccide un giovane nella centrale di polizia”. Già questo rievoca quegli orrori cui siamo purtroppo abituati anche in Italia. Il titolo accanto però sembrava denotare una contentezza in questa presunta normalità che mi pareva davvero troppo insensibile: “Legge e ordine sono a posto: Rosaiah”.

Chi è questo crudele Rosaiah, direte voi? In realtà è una sorta di super-prefetto, il signor Konijeti Rosaiah. E cosa dice? Che in generale la situazione della legge e dell’ordine, la sicurezza insomma, è tranquilla. “Va tutto bene, e tutto è normale”, ha dichiarato a The Hindu. A dire il vero si riferiva all’assenza, in quei giorni, del governatore dello Stato, Jayalalitha, che era in cella anche lei, per frode (poi è stata liberata su cauzione). E anche qui, a vedere politici e amministratori pubblici in galera siamo abituati anche noi. E anche a vederli tornare al potere, direttamente o indirettamente, una volta liberati.

Ma, a esser giusti, Rosaiah non faceva riferimento al caso specifico di un ragazzo di nome Mohammed che, secondo la polizia, già in stato di arresto, mentre veniva interrogato, avrebbe impugnato un coltello e si sarebbe avventato contro l’appuntato che, a questo punto, si sarebbe visto costretto a sparargli tre pallottole nel petto.

Una ricostruzione che come minimo denuncia la necessità, a esser molto ben disposti verso questa improbabile versione dei fatti, di protocolli ben diversi nei confronti degli arrestati, che ovviamente non dovrebbero essere in grado, dentro una centrale di polizia, di afferrare alcunché men che meno un coltello.

Ma, non so perché, in questi giorni in cui in Italia il caso di Stefano Cucchi sta sollevando molte proteste, leggendo questo ritaglio mi sono trovato a pensare che in effetti, a volte, la stampa può servire a qualcosa.

the indu

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