Magliette e spillette a forma di stella. Felpe con la scritta “Io decido”, ma anche “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Bandiere del Movimento 5 stelle. Borracce per l’acqua pubblica da prendere alle fontane (rigorosamente non in vendita negli stand). Parlamentari e consiglieri comunali a capannello. La politica alla tre giorni al Circo Massimo è sul palco centrale, quello di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, ma soprattutto tra i 199 stand a forma di Stivale. E’ lì che il popolo grillino si incontra e cerca di darsi una linea, tra selfie con chi hanno visto in Parlamento (“e poco in tv”, dicono con orgoglio) e polemiche con i giornalisti. Militanti critici si aggirano per l’arena con taccuini e domande. In molti sono venuti solo per stringere una mano. Ma in tanti cercano un motivo per continuare a credere nel Movimento. Perché non tutti sono ancora convinti e servono le facce dei portavoce per ricordare che “sono i media a mettere in cattiva luce”. 

Così tra i gazebo, gli attivisti rivivono l’M5s degli inizi, quello di battaglie civiche e contatti diretti. Qualche palco e dibattiti spontanei. Il gruppo del Lazio organizza mini agorà da due giorni: microfono e diretta streaming annessa, coinvolgono i passanti e per questo sono quelli che hanno più successo. Poi naturalmente le raccolte firme di ogni genere e tipo: “contro la costruzione di una zona industriale vicino a Novara”, e “contro l’ingresso delle grandi navi nella laguna di Venezia”. Non c’è quella per l’uscita dall’Euro, ma solo perché gli attivisti sono stati presi alla sprovvista dall’annuncio dei leader e ancora devono organizzarsi. 

Sono 25 gli stand della Lombardia, una decina quelli della Toscana (da Massa Carrara a Cecina) e dell’Emilia Romagna (ci sono tra le altre Modena, Ferrara, Formigine e Bologna). Poi il reparto del sud: Campania, Basilicata, Puglia. Ma anche Abruzzo e Marche. L’affitto per il gazebo l’ha pagato il meetup con le collette. Offrono qualcosa da mangiare e un volantino giallo con le cose buone realizzate: “Per le brutte c’è già troppo spazio sui giornali”, commentano. I volantini li distribuiscono i parlamentari, consiglieri e portavoce della Regione. “Noi siamo appena stati eletti”, commenta il consigliere abruzzese Pietro Smargiassi. “Ma posso dire che abbiamo già ottenuto qualcosa. Siamo qui a dire che ci siamo e a scambiarci le idee”. Le trivelle nell’Adriatico la loro prima battaglia.

Si fermano in pochi nei gazebo di soli volantini. I gruppi e i dibattiti si formano dove ci sono progetti o si presentano campagne. Ad esempio il gruppo di San Benedetto del Tronto ha una cartina formato gigante con le zone d’Italia dove il ministero ha concesso l’esplorazione per la ricerca di gas idrocarburi. “Ci battiamo contro le perforazioni selvagge nel territorio”, dicono dal gruppo. Il banchetto più visitato è quello che illustra la proposta di legge sull’assicurazione Rc auto: “Stanco di rispettare le regole se le regole non rispettano te”, recita lo slogan. Presentano una campagna contro la presidenza del Consiglio: “Vogliamo mettere un limite allo strapotere delle assicurazioni”. Nell’angolo più sperduto del Circo Massimo c’è invece lo stand di una startup di Montecassino: due ragazzi hanno imparato a costruire stampanti 3d e ne mostrano il funzionamento al pubblico. Da tre giorni fanno il tutto esaurito a qualsiasi ora del giorno.

Giovanni Messina è un attivista del Lazio. Insieme al Laboratorio eventi Roma ha organizzato una serie di iniziative per “informare e divertire”: “Consegno questionari alle persone. Chiedo cosa ne pensano delle politiche di Comune e governi. Poi raccogliamo tutto e ne discutiamo tra noi”. Allo stand di Milano invece c’è un gioco dell’oca formato gigante, ma al posto delle caselle ci sono le voci di bilancio di un comune: “Chi partecipa deve scegliere su cosa investire e come. E poi chiediamo che cosa vorrebbe eliminare. Ad esempio la Tasi. E poi le proposte le raccogliamo e le facciamo nostre”. C’è poi Marino Paltani, attivista lombardo: è arrivato fino a Capo Nord in moto con una bandiera M5S che ha fatto firmare ad eletti e simpatizzanti che ha incontrato durante il viaggio: “Voglio metterla all’asta e dare il ricavato agli alluvionati della Liguria”.

Dal palco centrale gli interventi degli eletti. Ma sotto ad ascoltare vanno in pochi. Il sole caldo e l’afa di un ottobre eccezionale fanno la loro parte. Qualcuno si siede sugli spalti ai lati con le coperte e ascolta. La vera folla è nello stand dei parlamentari. Quello in fondo al Circo Massimo. Lì gli eletti M5S stanno dietro i tavoli con i programmi e i volantini delle proposte in Parlamento. “Siamo qui a raccontare quello che abbiamo fatto”, dice il deputato Manlio Di Stefano. “A livello operativo noi stiamo già facendo senza Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Loro sono parte ormai della famiglia, ma nella pratica siamo noi che lavoriamo e operiamo sul territorio. Questo gli attivisti lo sanno”.

In coda c’è Giorgio Filippi, un infermiere trapiantato a Milano: “Ieri sera ho fatto il turno di notte, poi ho preso la macchina e sono venuto fino a Roma. Voglio salutare il portavoce Andrea Cecconi. Anche lui faceva il mio mestiere, sa cosa significa. I parlamentari M5S? Sono la mia ultima speranza”. Dal palchetto raso terra si tenogno comizi: parlano di ambiente, tasse e giustizia. Questa mattina c’è stato l’incontro dei consiglieri comunali. Non quello chiesto da Pizzarotti, che poi ha fatto un passo indietro e annullato tutto. Ma i disguidi non sono mancati neanche questa volta. Simona Zingaroli, attivista del Lazio ha chiesto la parola e fatto domande sulla democrazia interna. Gli organizzatori l’hanno interrotta: “Fuori contesto”. E lei ha continuato una volta scesa: “Ci hanno illuso tutti qui dentro e adesso non vogliono nemmeno rispondere alle mie domande”.

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