Non ho mai avuto problemi ad adattarmi a esigenze editoriali di tipo tecnico. Non prendo le imposizioni tecniche come limiti, ma come opportunità. Ho cominciato la mia collaborazione con Il Fatto con un formato per le mie illustrazioni rigorosamente orizzontale e dunque mi sono sfogato a disegnare orizzonti metafisico-esistenziali tipo questo.

Adesso la redazione ha deciso di variare e alternare orizzontale e verticale.

L’articolo di questa settimana è di Alexis Crow e Fabio Scacciavillani e parla di Stati Uniti e idrocarburi quindi di gas e petrolio. La settimana scorsa ho inaugurato questo blog con un post incentrato sul come la realizzazione di un’illustrazione possa richiedere un processo complicato e ricco di passaggi e ripensamenti. Ma non è sempre così.

Questa volta (magia) visualizzo l’articolo un attimo dopo averlo letto così mi metto subito a lavoro senza fare inutili bozze e nel giro di qualche ora arrivo a questo:

Una sorta di Capitan Petrolio (che fa il verso al più noto Captain America) sporco di petrolio dalla testa ai piedi – come se ci si fosse buttato dentro pur di conquistarlo – e più in basso la sua immagine riflessa nell’oscurità di una pozza d’oro nero. Butto via tutta la modestia che ho e, eccitato per aver sfruttato al massimo le potenzialità del verticale, mi dico “Pochi elementi, molta chiarezza, forte drammatizzazione. Perfetto”. Mi sbrodolo addosso ignorando quel che mi aspetta.

Al posto della famosa stella di Captain America, disegno un traliccio per simboleggiare il petrolio. Generalmente non mi piace inserire simboli e loghi nelle mie illustrazioni. Molti illustratori lo fanno per rendere più leggibile il proprio lavoro. In questo caso però il simbolo del petrolio non è appiccicato, è un adattamento: prima c’era una stella, adesso c’è un traliccio. Spesso sono gli art director a dirci “aggiungi il simbolo dell’euro” tanto per fare un esempio “così si capisce di più”. È un’esigenza più che comprensibile ma se posso evitare, evito, e lascio che sia la combinazione di elementi più sottili a parlare al lettore. Ma qualche volta mi è capitato di voler/dover aggiungere simboli e loghi per rendere più chiara qualche illustrazione troppo ermetica.

Invio l’illustrazione ed esco a fare un po’ di appuntamenti per cercare altro lavoro.

Finiti i miei giri, raggiungo lo studio di un mio amico fumettista, qualche minuto dopo arriva anche un nostro amico illustratore armato di pennini e ci mettiamo come bambini a fare a gara a chi tira la riga più dritta. Mi scrive Stefano Feltri – responsabile dell’inserto economico del Fatto – dice che il mio Capitan Petrolio gli piace ma l’articolo parla più diffusamente di gas che di petrolio quindi mi chiede se posso trovare una soluzione veloce per rendere l’illustrazione più adatta all’articolo. Appoggio il pennino, faccio un lungo sospiro, mi avvio di corsa contro la parete portante e ci sbatto la testa una decina di volte.

Così imparo a leggere bene gli articoli prima di farmi confondere dai miei verticalismi.

Stefano mi suggerisce di cambiare il colore del petrolio in blu, un suggerimento sacrosanto ed è esattamente la soluzione che mi è arrivata in testa alla quinta capocciata contro il muro ma non basta perché come si evince da questa equazione: 

Liquido + Blu = Acqua

Acqua + Uomo = Bagnante

Risultato:

Captain America si è fatto un bagno. 

Ho poco tempo e per di più non sono nel mio studio ma in quello di un mio amico a tirare righe dritte quindi saluto i miei amici con calma e monto in bici. Mentre pedalo non rifletto sulle possibili soluzioni. L’esperienza mi ha insegnato che farsi prendere dal panico e puntare a soluzioni rapide sono due cattive abitudini in grado di distruggere e impoverire il proprio lavoro. Quindi mentre pedalo, pedalo e basta, procedo piano e ne approfitto per salutare i miei genitori al telefono.

La creatività ha bisogno di silenzio, respiro e auto controllo. Meglio perdere tempo in bici e preservare la propria freschezza piuttosto che perdere quest’ultima per andare di fretta. Da quando ho cominciato a curare la gestione e i tempi del mio lavoro, questo è diventato più comunicativo.

Arrivo a casa, avviso Stefano e la redazione di darmi mezzora di tempo per rivedere il disegno e in poco tempo risolvo l’illustrazione.

Tingo il liquido di blu, sostituisco il traliccio con una fiammella. Mi concentro sul mio personaggio di riferimento, Captain America, e lo immagino inserito nel suo classico contesto militare tra elicotteri, cannoni, bombe e artiglieria pesante, quindi delle bombole di gas non dovrebbero stonare così tanto con il mio supereroe. Aggiungo anche qualche nuvola di gas per drammatizzare la scena e così il mio Capitan Petrolio diventa Capitan Gas.

Ci risentiamo la settimana prossima.
Se stasera avete un po’ di tempo e siete a Bari potete andare a vedere alcuni miei lavori esposti qui. Purtroppo io non sarò presente perché sarò a Milano qui.

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