L’approvazione del nuovo blocco di sanzioni europee contro Mosca deciso dagli ambasciatori è arrivata. L’Ue ha formalmente adottato una nuova tornata di sanzioni contro la Russia per la crisi ucraina ma entreranno in vigore “entro i prossimi giorni“. Lo ha annunciato il presidente uscente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy. I Ventotto erano divisi perché alcuni Paesi premevano per frenare il voto sulle misure punitive in attesa degli sviluppi sul cessate il fuoco nelle regioni orientali ucraine e volevano avere garanzie su come revocarle nel caso la tregua fosse rispettata. La portavoce della Commissione, Pia Ahrenkilde, ricorda che sono “reversibili”. 

La reazione di Mosca non si fa attendere: se ci saranno nuove sanzioni da parte dell’Occidente “legate all’energia” o “ulteriori restrizioni sul nostro settore finanziario, dovremo rispondere in modo asimmetrico. Per esempio, con restrizioni nell’area dei trasporti”. Lo ha detto il primo ministro russo Dmitry Medvedev, intervistato dal giornale Vedomosti, in merito alla crisi ucraina, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ria Novosti. “Noi – ha proseguito – agiamo sulla premessa di relazioni amichevoli con i nostri partner, ed è per questo che il cielo sopra la Russia è aperto ai voli. Ma se avremo delle restrizioni, dovremo rispondere”. Nel caso in cui venisse impedito l’accesso allo spazio aereo russo, ha sottolineato Medvedev, alcune compagnie aeree potrebbero andare in bancarotta. “Ma questa – ha aggiunto – è una cattiva opzione. Vorrei solo che i nostri partner se ne rendessero conto a un certo punto. Specialmente (considerando il fatto che) le sanzioni non aiutano a stabilire la pace in Ucraina”.

Sembra, intanto, tenere l’accordo di cessate il fuoco siglato tra ribelli filorussi ed esercito di Kiev nell’est dell’Ucraina, dopo che ieri scontri e bombardamenti a Mariupol e Spartax hanno messo in pericolo l’accordo di tregua. In un comunicato pubblicato online questa mattina, il consiglio cittadino di Donetsk riferisce che nella notte non si riportano vittime e che il trasporto pubblico sarà attivo da domani. Nel centro della città questa notte non si sono effettivamente sentite esplosioni. Oggi il presidente ucraino Petro Poroshenko è a Mariupol, strategica città portuale sul Mare d’Azov. “Questa terra è ucraina e non la cederemo mai a nessuno”, ha scritto sul suo account Twitter il presidente all’arrivo nella città costiera che nei giorni scorsi è stata al centro dei combattimenti fra l’esercito e i ribelli filorussi. 

Iniziato anche lo scambio di prigionieri, come prevedeva l’accordo di Minsk. “Negli ultimi quattro giorni siamo riusciti a liberare 1.200 nostri prigionieri“, ha annunciato Poroshenko, auspicando che entro la fine della settimana siano liberate le restanti 863 persone in mano ai ribelli. Conferma i primi scambi anche il premier dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, Aleksandr Zakharcenko, citato da Ria Novosti. “Ieri abbiamo consegnato 28 prigionieri. In cambio abbiamo ricevuto i nostri, anche in numero superiore”, ha detto il leader dei filorusso.

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