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Adozioni gay: Fratelli d’Italia, la Destra maldestra

Adozioni gay: Fratelli d’Italia, la Destra maldestra
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Mentre la sinistra di governo cerca in tutti i modi di ottenere più consenso a destra, la Destra tenta di recuperare il suo storico gap culturale con la sinistra. E lo fa con abili, spregiudicate strategie. Una di queste, forse la più coraggiosa, è quella di produrre anche due o tre proposte per volta, quando se ne presenta l’occasione, per rimettersi in pari.

Questa volta, l’occasione è stata fornita dalla recente decisione del tribunale dei minori di Roma di riconoscere il diritto di una bimba nata nella relazione tra due donne ad essere adottata dalla madre non biologica. Fratelli d’Italia ha subito risposto con un’affissione dal titolo “Un bambino non è un capriccio” e nella foto si vede un piccolo conteso fra due coppie omosessuali.

Dispiace notare che il senso politico di questa intelligentissima strategia di comunicazione non sia stato minimamente colto e nessuno abbia apprezzato nemmeno l’intenzione con cui il partito della Meloni ha rilanciato due temi di grande importanza per la nostra rinascita economica. 

La campagna infatti colpisce due obiettivi: 1) quello di riprendere al più presto il dibattito sul copyright in rete e 2) quello di riaprire la questione dello sfruttamento di stagisti inesperti nelle imprese italiane (in questo caso nelle agenzie di pubblicità e negli studi di grafica) pur di risparmiare.

I due temi sono strettamente legati. Perché soltanto dei “creativi” senza nessuna formazione si mettono a cercare su Internet foto senza copyright per la loro pubblicità e non verificano nemmeno se siano già state pubblicate o siano di proprietà di un fotografo (qui erano addirittura di Oliviero Toscani). Poi dice che l’agricoltura è in crisi.

Inoltre, utilizzare una forza lavoro così “economica” non fa rialzare l’economia. Perché la qualità del prodotto italiano (in questo caso il prodotto delle agenzie di pubblicità che sfruttano questa manovalanza) si abbassa sempre di più fino a sfiorare lo zero assoluto. E siccome la pubblicità è l’anima del commercio, potete immaginare le conseguenze.

Oppure ho capito male io? Allora a che serviva questa maldestra campagna?

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