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Russia, Crimea nazionalizza Avangardco che va in tribunale: “È guerra delle uova”

La pollicoltura che verrà espropriata è la più grande dell'Eurasia, e il suo valore è calcolato intorno ai 200 milioni perché i terreni comprendono anche zone di coltura del riso e macchinari. Il ricorso dell'azienda, tra i primi produttori a livello mondiale, arriva a pochi mesi dalla sentenza del tribunale dell'Aia che condanna Mosca a risarcire 50 miliardi agli ex azionisti del colosso del petrolio Yukos
Russia, Crimea nazionalizza Avangardco che va in tribunale: “È guerra delle uova”
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Avangardco, azienda ai primi posti nel mondo per la produzione di uova, quotata nella borsa di Londra, ha annunciato che risponderà legalmente alla “nazionalizzazione forzata” delle sue pollicolture in Crimea. Venerdì le autorità russe della penisola hanno annunciato infatti l’imminente acquisizione delle fattorie locali di proprietà di Avangardco: la Crimea, annessa nel marzo di quest’anno, non è collegata alla Russia via terra, e come spiega il Financial Times che riporta la notizia, ora cerca di assicurarsi una produzione alimentare stabile. La decisione da parte dell’azienda di non arrendersi all’esproprio arriva a pochi mesi dalla condanna del tribunale dell’Aia nei confronti della Russia, a risarcire 50 miliardi agli ex azionisti del colosso del petrolio Yukos

“Contesteremo in Tribunale questo gesto incivile” ha detto Oleg Bakhmatyuk, il miliardario fondatore e azionista di maggioranza di UkrLandFarming, la società che detiene oltre il 77% di Avandgardco. La società possiede due fattorie dedicate alla pollicoltura in Crimea, che potrebbero valere oltre 200 milioni perché comprendono anche terreni adibiti alla coltura di riso e macchinari per l’agricoltura, si legge sul FT. Nel comunicato pubblicato sul sito dell’azienda, Bakhmatyuk invita le autorità russe in Crimea a “riconsiderare l’espropriazione illegale di proprietà private”, e invita inoltre ad aprire un tavolo di trattativa per “discutere del futuro della più grande pollicolura in Eurasia”. “Questo gesto mostra la vera faccia della classe dirigente, e quanto siano pronti a calpestare le regole del mercato”, commenta indignato il 39enne miliardario di Kiev, ma “la recente condanna al risarcimento di Yukos dimostra che prima o poi le azioni che violano le norme della legge internazionale generano sanzioni”. Bakhmatyuk, ha specificato anche di non avere ancora ricevuto un offerta dalla Russia, ma il clima è già teso e si parla di un imminente “guerra delle uova”.

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