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Giustizia, Orlando a M5S: “Riforma non è in patto Nazareno. E’ frutto maggioranza”

Il ministro risponde alle critiche dei parlamentari 5 stelle dopo l'incontro per parlare dell'intervento strutturale: "Facciamo affidamento su un sostegno politico diverso da quello per riformare la Costituzione"
Giustizia, Orlando a M5S: “Riforma non è in patto Nazareno. E’ frutto maggioranza”
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“La riforma della giustizia è frutto di un’elaborazione che nasce nell’ambito della maggioranza di governo, non da altri patti”. Il ministro Andrea Orlando risponde a una domanda sulle critiche mosse da M5s di essere stato evasivo sul patto del Nazareno, a margine degli incontri svoltisi stamani al Ministero. “A M5s ho riferito la nostra posizione: la maggioranza dalla quale partiamo necessaria per fare questo tipo di riforme è diversa da quella necessaria per modificare la Costituzione”, ha affermato Orlando a margine dell’incontro con i 5 stelle. “Abbiamo spiegato i nostri provvedimenti – ha aggiunto – che sono frutto di una elaborazione che nasce nell’ambito della maggioranza e non da altri patti”, ha concluso il ministro con riferimento al patto del Nazareno.

Diversa l’opinione dei 5 stelle che, subito dopo l’incontro con il ministro hanno attaccato il provvedimento. “Il blocco in atto sulla giustizia è un forte indizio che indica che questo tema è nel patto del Nazareno”, hanno sottolineato i parlamentari e hanno ricordato a loro prova come un segnale forte in questa direzione arrivi dal fatto che si sono congelate le elezioni dei membri del Csm e della Corte costituzionale che il Parlamento doveva fare, oltre al fatto che Renzi aveva indicato il 30 luglio come data per il varo della riforma della giustizia, che non c’è stato”. Il Movimento 5 Stelle richiama l’attenzione anche sul fatto che i provvedimenti in discussione in Parlamento su autoriciclaggio e reati economici sono stati fermati: “Su questi temi e sul testo di legge in discussione al Senato – ha sottolineato Maurizio Buccarella – c’è un’ampia convergenza politica. Ma circa tre mesi fa, nel giro di cinque minuti, prima che si passasse al voto in commissione, il sottosegretario alla Giustizia, Ferri, ha fermato tutto annunciando che era pronto un testo del governo. Il risultato è stato di sospendere i lavori del Parlamento, quando avevamo un testo che riformava anche la prescrizione introducendo uno stop che scattava con il rinvio a giudizio”. “Il ministro – hanno aggiunto gli esponenti Cinquestelle – ha assicurato che entro fine mese ci saranno gli articolati di legge. Aspettiamo di vederli per una valutazione complessiva”.

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