Una nuova piattaforma digitale aperta alle imprese di tutto il mondo, che potranno fare affari online avendo come garanti gli Stati di provenienza. Con questo progetto, dal nome Borsa Merci Internazionale, la Repubblica di San Marino si lancia nel commercio via web senza frontiere, anche se i partner che hanno aderito all’iniziativa rimangono per ora avvolti nel mistero. Nessuna anticipazione sui nomi dei Paesi che hanno deciso di iscriversi al portale e che quindi potranno usufruire, insieme agli operatori commerciali accreditati, del nuovo mercato online che da settembre farà incontrare domanda e offerta di servizi e prodotti. La novità della piattaforma ideata da Giorgio Fiorenza, rispetto ad altre realtà, è proprio il fatto che saranno i Paesi ad accreditarsi al portale di San Marino, facendo da tramite tra l’ente di promozione commerciale e le aziende interessate alla vendita e all’acquisto, apponendo quindi la certezza del massimo livello di sicurezza sullo scambio.

Il progetto è stato reso noto ufficialmente a Roma qualche giorno fa, ma sulla lista dei Paesi che hanno aderito all’iniziativa per ora vige il massimo riserbo. L’unica informazione che trapela è che gli Stati già iscritti al portale, non solo europei ma di tutto il mondo, sono una decina, per un aggregato di export di circa 1.800 miliardi di dollari all’anno. I partner saranno svelati solo il 25 settembre a Roma alla presenza del corpo diplomatico, quando la piattaforma sarà avviata ufficialmente. Top secret finora è anche il ruolo dell’Italia: la sua partecipazione o meno al progetto rimane un’incognita, anche se proprio a margine della presentazione della Borsa Merci Internazionale nella capitale, il ministro allo Sviluppo economico Federica Guidi ha ricevuto il segretario di Stato per l’Industria di San Marino, Marco Arzilli, per parlare del Parco scientifico tecnologico San Marino-Italia, per il quale l’iter è già cominciato per cui dovrebbe essere firmato un protocollo entro l’estate. Quello che è certo è che l’Italia dalla Borsa Merci potrebbe avere benefici. L’adesione alla piattaforma per gli Stati infatti è gratuita, ma è prevista una commissione, seppure bassa, per ogni transazione andata a buon fine, che andrà alla Repubblica di San Marino. E gli introiti, garantisce il segretario di Stato, “andranno alla realizzazione di progetti di sviluppo non solo a San Marino, ma anche nei Paesi che partecipano, alimentando un sistema virtuoso che andrà a beneficio anche dell’Italia”.

Il vantaggio per le imprese sarà quello di fare affari con operatori di tutto il mondo, con la certezza della serietà dell’interlocutore. Una garanzia è il fatto che saranno proprio gli Stati e le ambasciate a riconoscere e permettere alle singole imprese di entrare nella piattaforma, anche se proprio la sicurezza potrebbe rivelarsi un punto debole del meccanismo. Dipenderà infatti dalla burocrazia di ogni Paese e dal tipo di controlli effettuati la facilità o meno dell’ingresso alla Banca Merci. “Il progetto è stato studiato per garantire la massima accessibilità – ha spiegato Arzilli – ma dipenderà da Paese a Paese come muoversi”.

Una volta ricevuta l’autorizzazione, l’ente di promozione commerciale trasferirà i dati dell’azienda, in termini di domanda e offerta commerciale, sulla piattaforma. Le contrattazioni avverranno in tutte le lingue, con un sistema di traduzione apposito, e non verrà svelato il Paese di provenienza dell’azienda, ma le offerte compariranno in forma “anonima”, solo con le caratteristiche necessarie alla compravendita, in modo che ogni Stato partecipante abbia le stesse possibilità degli altri, almeno fino alle fasi finali dello scambio. Il lavoro finora svolto, dicono da San Marino, assicura un altissimo grado di sicurezza e trasparenza, che verrà continuamente monitorato e potrà essere controllato anche dagli stessi operatori attraverso le loro credenziali di accesso. “Questo è un progetto semplice, che mette insieme la domanda e l’offerta – ha detto Arzilli – Non vogliamo entrare in concorrenza con nessuno, perché la Borsa Merci Internazionale è qualcosa che non esisteva fino a ora, che quindi non sostituirà il mercato tradizionale. Il progetto darà la possibilità a San Marino di usare la propria sovranità nel modo migliore, per creare opportunità per altri Stati”.

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