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Agcom: vade retro par condicio

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AgcomUn mostro si aggira per il sistema mediatico nazionale: la par condicio! La piovra, tuttavia, non avrà scampo perché è stata scoperta dal presidente della Autorità di garanzia delle comunicazioni, professor Cardani, il quale, con raro sprezzo del pericolo, lo ha denunciato, davanti alla Presidente della Camera Laura Boldrini, in occasione della sua relazione annuale.

Conflitto di intessi? Legge Gasparri? Interferenze dei governi e della politica nella gestione della Rai? Leggi bavaglio? Crisi della editoria? Questioni di dettaglio rispetto alla piovra “par condicio” che tutto soffoca. Peccato che la norma sia stata letteralmente polverizzata e sostanzialmente già abrogata da una politica che ha consegnato il pallino al rapporto tra alcuni capi e “la gente”, spazzando fuori il pensiero critico e tutte le possibili diversità. Non rimpiangeremo certo la par condicio che aveva contribuito, e non poco, ad imbrigliare dibattito e confronto,  mettendo a repentaglio persino le trasmissioni di satira, e costringendo i conduttori ad usare il bilancino del farmacista per somministrare domande e vigilare sui tempi.

Quello che sorprende, invece, è come l’Autorità di garanzia non abbia ricordato come quel provvedimento discendesse dalla impossibilità e dalla mancata volontà  di risolvere il conflitto di interesse. Le Autorità europee non hanno mai richiamato l’Italia per l’esistenza di una legge, per quanto caotica, sulla par condicio, bensì sulla mancata soluzione del conflitto di interesse; questa omissione ci è costata l’attuale pessima classifica in tutte le graduatorie internazionali relative alla libertà dei media.

Su tutto questo perdura il silenzio dei governi, della politica, delle Autorità di garanzia; meglio, molto meglio, mostrare i muscoli alla par condicio, si incassa qualche applauso e non si disturbano i manovratori di turno!

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