Dopo l’intesa con Cisl, Uil e Usb per Alitalia è arrivato anche l’accordo con le banche creditrici e, in buona parte anche azioniste. “Sì, tra le banche stiamo a posto”, ha detto Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, uscendo dal vertice in corso a Milano lunedì sera per la ristrutturazione del debito della compagnia aerea. Sull’accordo con Alitalia, in particolare “non posso rispondere, le cose vanno avanti, non posso anticipare quello che dirà Alitalia”, ha precisato il banchiere. Ghizzoni ha ribadito più volte di non poter rispondere ma che “le cose vanno avanti senza sorprese”. Potrebbe esserci una nota di Alitalia (“penso di sì”) ma le discussioni “sono ancora in corso”.

L’incontro tra il management di Alitalia e i banchieri è durato più di 10 ore. Poco prima di Ghizzoni, a parlare era stato Carlo Messina, il collega che guida Intesa Sanpaolo, primo azionista della compagnia con oltre il 20%, che lasciando il tavolo aveva detto: “Si sta progredendo. Noi siamo qui, siamo positivi”. Alla domanda se l’accordo sulla ristrutturazione del debito della compagnia sarebbe stato chiuso in serata, ha risposto: “Non saprei”.

Già domenica dagli istituti che sono esposti per un debito finanziario di circa 560 milioni verso la compagnia, era trapelata una cauta soddisfazione per l’accordo quadro sugli esuberi raggiunto sabato sera con le sigle sindacali esclusa la Cgil che si è presa tempo fino a mercoledì per decidere. In particolare la soluzione su cui si stava stringendo per la rinegoziazione dei 565 milioni di debito, dopo le precedenti svalutazioni e/o conversioni in azioni era la cancellazione di un terzo dell’esposizione e la conversione in azioni dei restanti due terzi.  Oltre a Unicredit e Intesa, sono coinvolte Mps e Banca Popolare di Sondrio. In particolare Intesa è esposta per 280 milioni e Unciredit per 140 milioni a fronte di una quota nella compagnia del 12,77 per cento. Diverso il discorso per le altre due banche che non sono socie e vantano crediti per 93,3 milioni e 90 milioni rispettivamente. Da loro sono arrivate le obiezioni maggiori durante la riunione fiume, pur non essendo rappresentate dai rispettivi vertici. Uno scoglio che sembrerebbe superato, anche grazie alla presenza di emissari del governo e del ministero dell’Economia, nella persona di Fabrizio Pagani che è capo della segreteria tecnica. Raggiunto l’accordo di massima, sono in corso le discussioni sui dettagli con i legali.

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