Omicidio Fanella, nuova pista: non un agguato, ma un tentativo di sequestro

Secondo gli inquirenti, il "cassiere" di Mokbel è rimasto ucciso nel conflitto a fuoco seguito a un tentativo di rapimento. Ritrovati in casa fescette e cerotti. Gli esecutori avrebbero progettato di torturarlo per farsi consegnare il suo tesoro

Non un’esecuzione, ma un tentativo di sequestro finito male. Ne sono convinti gli inquirenti della procura di Roma che stanno lavorando sull’ omicidio di Silvio Fanella avvenuto ieri in un appartamento nella zona della Camilluccia.

Le indagini condotte anche dagli uomini della squadra mobile portano ad escludere che i tre killer si erano recati in via Gandolfi per una spedizione di morte. Ad avvalorare questa tesi il ritrovamento, nell’appartamento teatro dell’omicidio, di una sacca contenente fascette e cerotti: tutti strumenti di norma utilizzati per effettuare un sequestro.

In base ad una prima ricostruzione, i tre avrebbero detto al citofono di essere della Guardia di Finanza. Una volta entrati nell’appartamento di Fanella sarebbe nata una discussione, confermata da un testimone, poi degenerata nella sparatoria. Chi indaga è convinto che intenzione degli assassini era sequestrare e torturare Fanella per ottenere da lui informazioni in merito al tesoro in suo possesso, di cui parte rinvenuta oggi in una abitazione in Ciociaria.