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Genova, tenta rapina in banca per finire in carcere e parlare con Berneschi

Stefano Lanza, professore di Lettere disoccupato, si era visto chiedere 400 euro di interessi passivi sul conto finito in rosso. Durante l'interrogatorio ha detto che il suo obiettivo era spiegare all'ex presidente di Carige, arrestato per truffa, "le porcherie che avvengono nelle filiali della sua banca". Ma è finito ai domiciliari
Genova, tenta rapina in banca per finire in carcere e parlare con Berneschi
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Ai Carabinieri che lo hanno bloccato all’interno della filiale della banca Carige, a Ronco Scrivia (paesone dell’entroterra genovese al confine con il Piemonte), il professore-rapinatore ha porto i polsi alle manette e si è affrettato a spiegare: “L’ho fatto apposta. Voglio che mi portiate in carcere, così potrò spiegare a Berneschi le porcherie che avvengono nelle filiali della sua banca”. Esterrefatti, i militari hanno preso in consegna il professor Stefano Lanza, 54 anni, che non ha opposto resistenza, e lo hanno condotto in caserma, a Genova. Lì hanno completato l’interrogatorio e compilato il verbale di arresto. Il magistrato ha preso atto delle motivazioni avanzate dal docente e ha verificato che durante la rapina non era stata usata violenza (in realtà aveva spintonato la direttrice della filiale) e che Lanza, prima di afferrare qualche banconota dalla cassa, aveva agito a viso scoperto e senza impugnare armi. Così gli ha concesso gli arresti domiciliari nella sua casa di Ronco Scrivia, in corso Italia. Vanificando l’obiettivo del gesto. Che era, appunto, quello di incontrare Giovanni Berneschi, l’ex dominus di Banca Carige finito nel carcere genovese di Pontedecimo con l’accusa di truffa ai danni dell’istituto nell’ambito della maxi inchiesta della procura di Genova. 

Convalidando l’arresto, il giudice ha anche disposto che l’insegnante sia sottoposto a una perizia psichiatrica che accerti se al momento in cui ha agito era in condizioni di comprendere il senso di quello che stava facendo. Dietro la bravata poche centinaia di euro che Carige chiedeva a Lanza a titolo di interessi passivi maturati sul suo conto corrente finito in rosso. Lanza aveva trascorso un lungo periodo in Giappone a al suo ritorno in Italia, nella sua casa di Ronco Scrivia, si era trovato di fronte alla brutta sorpresa di 400 euro da versare alla Carige. “E’ una questione di principio”, si è difeso lui. “Perché dovrei regalare 400 euro alla banca?”. L’insegnante di lettere è disoccupato e fatica persino a pagare l’affitto di casa. Difficilmente potrà permettersi un avvocato di fiducia. Per i primi adempimenti la sua difesa è stata assunta d’ufficio dall’avvocato Matteo Tamagno, di Busalla.

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