Entrambe le autrici cui dedico questo Duetto, l’iraniana Ziba Karbassi e l’italiana Rosaria Lo Russo, oltre a possedere una grande perizia formale a livello letterario (cioè di scrittura), affidano una buona parte della loro scommessa artistica alla voce, dando grande rilievo all’aspetto sonoro delle loro composizioni.
Già piuttosto nota a livello internazionale, Ziba Karbassi – da tempo esule a Londra – si presenta ora anche in Italia grazie alla raccolta trilingue (fārsì, inglese ed italiano) ‘Poesie | poems’, edita da Mille Gru. Volendo invadere un campo che non è mio e di cui conosco ben poco (la poesia in fārsì), direi che leggere Karbassi mi ha riportato alla mente un’altra poetessa iraniana, Forugh Farrokhzad, anch’ella autrice di testi fortemente ‘civili’, ma declinata in forme radicalmente diverse, assai più ‘espressioniste’, aspre, esperte e debitrici di certa avanguardia occidentale, che Karbassi mescola con disinvoltura a temi e stilemi più classici.
Tahmineh, Ziba Karbassi @ 30Voices from 30Voices on Vimeo.
Ne nasce una poesia assolutamente originale, che a volte strizza l’occhio alla musica e che si costruisce, letteralmente, respiro dopo respiro. «È la concentrazione sul respiro che porta il poeta a un nuovo livello di percezione – sottolinea lei stessa nella dichiarazione di poetica che apre il libro – affinando la vista e l’udito. Senza questo “elisir” del respiro la poesia è come aria senza ossigeno: il verbo e nerbo vivente della poesia nasce dalla metamorfosi delle parole che viaggiano sul respiro». Chi ha dubbi, provi ad ascoltarla sul suo SoundCloud.
La voce di Lo Russo intona litanie e prosodie spesso apparentemente classiche (dell’endecasillabo, ma non solo, in una varietà metrica estrema, che va dai versicoli, ai lunghi respiri alla Jahier, o alla Pagliarani), ma poi piegate a ritmi e sensi nuovi, senza mai rinunciare, quando occorre, alla tentazione di una lettura ‘espressiva’, quasi attoriale, che dialoga a distanza con una linea ‘femminile’ (un ‘canone femminile’, come lo definisce Bello Minciacchi) esplicita e dichiarata: da Anne Sexton, a Amelia Rosselli e sino a Patrizia Vicinelli e alla sua poesia integralmente performativa. A unire l’Est e l’Ovest di Karbassi e Lo Russo sta la voce, una voce più che mai donna: perché in ogni caso, come sempre in poesia, al centro c’è il corpo del poeta e il suo respiro. Ciò che in ognuno di noi, cioè, è donna.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez