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Terna, cda boccia requisito di onorabilità. Un altro ‘no’ dopo Eni e Finmeccanica

Non passa la norma che prevede le dimissioni dei manager rinviati a giudizio per reati societari o contro la pubblica amministrazione. Ma è lo stesso presidente della Cdp, Bassanini, a non sostenerla
Terna, cda boccia requisito di onorabilità. Un altro ‘no’ dopo Eni e Finmeccanica
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L’assemblea di Terna ha respinto i nuovi requisiti di onorabilità degli amministratori proposti dal ministero del Tesoro, già bocciati da Eni e Finmeccanica e approvati invece dall’Enel. Formalmente a proporre la modifica da inserire nello Statuto della società che gestisce la rete elettrica nazionale, era stata la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), che controlla per conto del Tesoro il 29% di Terna. Il presidente di Cdp Franco Bassanini si è poi espresso in merito alla bocciatura della clausola: “Vista la relativa facilità con la quale in Italia si rinvia al giudizio anche con indizi modesti, se non si voleva correre il rischio della bocciatura da parte dell’assemblea la formula migliore sarebbe stata quella di circoscrivere la decadenza ai casi di condanna in primo grado e ai patteggiamenti”.

La società che gestisce la rete elettrica nazionale è il terzo gruppo pubblico quotato a bocciare la norma che prevede le dimissioni dei vertici delle aziende pubbliche nel caso in cui vengano rinviati a giudizio per reati societari o contro la pubblicazione amministrazioneGià nel marzo scorso Padoan aveva scritto una lettera a Eni, Enel e Finmeccanica per chiedere l’introduzione nello statuto sociale di “un’apposita clausola in materia di requisiti di onorabilità” prevista dal suo predecessore Fabrizio Saccomanni. Il suo obiettivo era proprio quello di fare in modo che nei consigli di amministrazione delle tre partecipate non figurassero amministratori sotto processo o condannati.

Via libera, invece, al bilancio 2013 e soprattutto alla distribuzione del dividendo da 20 centesimi per azione. Alla Cdp, dunque, spetta un assegno di circa 120 milioni di euro. Ok anche al nuovo consiglio d’amministrazione, composto da nove membri – tra i quali figura anche, come indipendente, l’ormai storico responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo Caltagirone, Fabio Corsico – che resterà fino al 2016. Alla presidenza della società va Catia Bastioli, che prende il posto di Luigi Roth, mentre il nuovo amministratore delegato è Matteo Del Fante, che sostituisce Flavio Cattaneo

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