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Gay pride, sì di Fava (Lega): “Sinonimo di libertà. Basta derive oscurantiste”

L'assessore regionale lombardo e esponente del Carroccio contestato dopo la presa di posizione su facebook. E lui replica: "E' coerente per un movimento che da sempre parla di libertà"
Gay pride, sì di Fava (Lega): “Sinonimo di libertà. Basta derive oscurantiste”
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“Personalmente credo che la Lega, in Regione Lombardia, abbia fatto bene a non opporsi al patrocinio del gay pride a Milano. Saluto l’iniziativa del vicepresidente Cecchetti con favore. Non avrei capito il contrario”. Gianni Fava, assessore regionale all’agricoltura ed esponente di spicco della Lega Nord, queste parole le ha postate sul proprio profilo Facebook e, c’era da scommetterci, ha scatenato le proteste di parecchie persone. Ma Fava non arretra e a ilfattoquotidiano.it conferma che quella è “una sintesi efficace del mio pensiero”. Il gay pride di Milano è in programma dal 23 al 29 giugno, con “parata” il 28. Fava non è nuovo a prese di posizione controcorrente leghista, come quella di qualche mese fa favorevole alla liberalizzazione della cannabis.

Nel messaggio, Fava ha messo in chiaro che, per lui, manifestare per i propri diritti è “sinonimo di libertà“. Quella stessa libertà che, secondo l’esponente del Carroccio, ha sempre caratterizzato le battaglie e l’agire politico del suo partito: “Francamente – ha scritto ancora – non capisco le polemiche di questi giorni sul tema. Al contrario trovo assolutamente coerente la scelta da parte di un movimento che da sempre parla di libertà”. Fava ha anche colto l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e tirare un po’ le orecchie ad alcuni esponenti della Lega, spesso troppo fermi su posizioni che lo stesso assessore non ha difficoltà a definire “oscurantiste”. “Mi auguro – ha concluso – che sia un passo fondamentale per evitare al mio movimento derive oscurantiste che purtroppo spesso fanno capolino nel dibattito politico interno. Ognuno deve essere libero di professare le proprie idee e di manifestare pacificamente fin che vuole in un paese civile. Chi non condivide è libero di dissentire, ma la repressione non può essere tollerata. Bene!”.

Una presa di posizione forte e decisa, nel nome dei diritti civili e della libertà di espressione che però ha fatto storcere il naso a parecchi “amici virtuali” dell’esponente leghista. C’è chi lo accusa di far perdere voti al partito, chi definisce il gay pride di Milano una “carnevalata” immeritevole del patrocinio e chi non vuole che si spendano soldi pubblici per sostenere manifestazioni dei gay, dimenticandosi che il patrocinio non comporta esborso di denaro, come ha ricordato Fava rispondendo ad alcuni commenti. E poi ci sono quelli che lo difendono e gli fanno i complimenti per il coraggio di aver manifestato e sostenuto un’idea “difficile” in un partito come la Lega.

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