La tv italiana raramente trasmette emozioni. Tuttavia, intorno alle 21:30 di ieri, durante la seconda puntata di The Voice of Italy 2014, il miracolo si è compiuto. Accade tutto nello spazio di poche note. La cantante sul palco non riesce nemmeno a finire il primo verso di No One di Alicia Keys, che il pubblico è già in piedi per applaudirla. Nei visi dei coach Piero Pelù, Noemi, J-Ax e Raffaella Carrà, si legge uno stupore genuino. Non sanno ancora che aspetto abbia la proprietaria di quella bella voce, infatti, essendo nel bel mezzo delle “blind auditions”, potranno vederla solo dopo aver schiacciato il grande bottone rosso, che serve a dichiarare la loro volontà di reclutare il concorrente di turno nella propria squadra.

Si trovano quindi anch’essi faccia a faccia con il pubblico, una situazione che, essendo professionisti del palcoscenico, conoscono a memoria. Ma a chi dei quattro è mai capitato di ricevere una standing ovation, un istante dopo l’attacco di una delle loro canzoni? Forse solo alla Carrà, che probabilmente non se ne è manco accorta, poiché in quel momento era sicuramente di spalle, in una di quelle sue pose plastiche da varietà anni Ottanta.

Cosa può aver scatenato tanto consenso? Sicuramente non solo le indiscutibili qualità canore della concorrente. Davvero brava – e questo lo avrebbe capito anche la nonna della Carrà senza apparecchio acustico – ma di certo non migliore delle decine e decine di aspiranti pop star da talent show che siamo ormai abituati a osannare e dimenticare con la velocità di un applauso.

Per i quattro coach, l’arcano si svela solo quando essi girano i loro seggioloni al cospetto dell’artista in scena. In quel momento, lo stupore trasfigura in meraviglia. Una roba tipo apparizione mariana, in un certo senso. Infatti, davanti ai loro occhi, colei che si sta dimenando al pari di Whoopi Goldberg nei panni di suor Claretta in Sister Act, non è la solita sciampista, con un sogno troppo grande perché sia conservato nel cassetto dei bigodini, ma una suora in carne e ossa per l’appunto, con tanto di velo e tutto il resto.

La commozione è irrefrenabile, proprio come in quel film hollywoodiano. Persino i bulbi oculari del “gangsta rapper de noantri” J-Ax si inumidiscono. Un istante di perfezione assoluta. Sembra quasi di vederlo il regista Cristiano D’Alisera, mentre gli cade la mascella sul mixer dalla gioia. E sembra di vedere anche il buon Fabio Fazio, piangere come un bambino davanti al televisore, più per invidia che per emozione. A Fazio, più che Sister Act, dev’essere venuto in mente Padre Cionfoli. Il frate canterino che fece il picco d’ascolti in un’edizione del Festival di Sanremo di qualche decennio fa. Ce l’avesse avuta lui suor Cristina a Sanremo, al posto della “ex-talent” Arisa. Allora sì, che avrebbe fatto il botto.

Evviva Cristina Scuccia, quindi. Cantante per passione e suora per vocazione. Chi mai potrebbe biasimarla, con l’aria che tira nel mercato discografico, un secondo lavoro vien sempre bene.

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