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Eutanasia, ‘non voglio vivere attaccata ad un sondino’

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Ogni volta che si parla di eutanasia riceviamo richieste di aiuto che tolgono il fiato.
Oggi, se ne parla grazie al Presidente della Repubblica, che ha avuto la sensibilità di rispondere a Carlo Troilo, Consigliere generale dell’associazione il cui fratello si suicidò 10 anni fa perché malato terminale.
Ecco un messaggio che ci è appena arrivato:

Sono la nipote di una signora, in ospedale da tre mesi, la quale già prima dell’intervento subito mi ha affidato uno scritto molto preciso, mai depositato però nel registro del testamento biologico, sulle sue volontà in caso di una situazione medica che la costringessero ad alimentazione forzata, allettamento e altro ancora. Ho il suo scritto. Inoltre a voce, nonostante ha una tracheotomia, esprime ancora la sua volontà, è stata visitata da psichiatri per una presunta depressione, ma la diagnosi è che è assolutamente lucida ed in grado di intendere e volere, nonostante una operazione l’ha costretta a letto da tre mesi, ancora con tracheotomia, sondino per l’alimentazione ecc. Lei chiede a me e ad un’altra parente di informarci perché vorrebbe andare in Svizzera per terminare la sua vita, non vuole vivere attaccata ad un sondino, a letto, non-autonoma e ci chiede di contattare un avvocato o qualcuno che può prendere in mano il suo caso. Da premettere che non è sposata e non ha figli. Fino a tre mesi fa era una donna molto autonoma, attiva. Ora le sue corde vocali così come la deglutizione sembrano compromesse e per questo si prevede non possa più deglutire autonomamente e la sua alimentazione sembra legata ad un sondino. Ha perso totalmente le forze, infatti è in un letto da mesi. La sua richiesta è in qualche modo possibile da portare avanti?

La nostra risposta è, come sempre, quella di fornire sia le informazioni per ottenere la sospensione dei trattamenti in Italia, sia per ottenere l’eutanasia all’esteroIn attesa che la politica – e il disservizio pubblico radiotelevisivo – sia costretta ad occuparsene.

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