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Carceri, Camera approva relazione su Napolitano. Dal Pd di Renzi no a indulto

Passa con 325 sì la relazione sul messaggio che il presidente della Repubblica ha inviato l'8 ottobre. Morani, neoresponsabile giustizia dei democratici: "Atti di clemenza non servono". Ma non tutti la seguono. Leva: "Non sono tabù"
Carceri, Camera approva relazione su Napolitano. Dal Pd di Renzi no a indulto
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Il vento renziano arriva anche sulla questione carceri e sull’annosa questione amnistia/indulto: “Il Pd ritiene i provvedimenti di clemenza inefficaci. Sono un alibi per la politica che non vuole fare scelte strutturali” ha chiarito Alessia Morani, neoresponsabile Giustizia del Pd, intervenendo in Aula alla Camera nel dibattito sul messaggio del presidente della Repubblica sulla situazione carceraria dell’8 ottobre. Parole molto più nette rispetto alla precedente “gestione Bersani“, quando il Pd lasciava aperto più di uno spiraglio. Tant’è che il predecessore della Morani come responsabile giustizia del partito, Danilo Leva, nel suo intervento ha puntualizzato: “Non può essere un tabù discutere di un provvedimento straordinario di clemenza. E’ compito delle forze politiche estrarre dalle secche del populismo penale il confronto” su questo tema. “Mi auguro dunque – ha concluso Leva – di arrivare a una discussione serena di un provvedimento straordinario di clemenza”.

Al termine della seduta, la Camera ha approvato con 325 voti favorevoli la relazione della Commissione Giustizia sul messaggio del presidente della Repubblica. Tra le innovazioni di carattere strutturale esaminate dalla relazione, l’introduzione di meccanismi di probation (forme di libertà condizionata alternative al carcere, ndr), pene detentive non carcerarie, riduzione dell’area applicativa della custodia cautelare in carcere, espiazione della pena nel Paese di origine, attenuazione degli effetti della recidiva, depenalizzazione dei reati, aumento della capienza complessiva degli istituti penitenziari. La relazione prende in considerazione anche rimedi straordinari, come appunto amnistia e indulto.

“Esistono grandi margini di miglioramento dell’azione politica per affrontare la questione, e non l’emergenza, carceraria”, ha affermato ancora Alessia Morani, “come per esempio far scontare la pena nei Paesi d’origine ai cittadini stranieri; rivedere la normativa sullo spaccio; destinare risorse ai Sert, per il lavoro in carcere; per gli assistenti sociali ed educatori; per la polizia penitenziaria in continua carenza di organico. “È una situazione intollerabile che il 40% dei detenuti si trovi in carcerazione preventiva”, ha concluso.

Il dibattito sulla giustizia riapre anche la frattura nel centrodestra: “In(cd)Giustizia”, titola Il Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera. “Incredibilmente il viceministro Enrico Costa, del Ncd, rinnega se stesso e dà parere negativo del governo sulla nostra risoluzione sul messaggio del presidente Napolitano. Conteneva esattamente i contenuti del programma elettorale con cui Alfano è stato eletto. I deputati del Nuovo centrodestra si sono allineati compatti. Che tradimento. Non di Berlusconi o di Forza Italia, ma della loro coscienza. Ci vergogniamo per loro”.

“Mi auguro dunque – conclude Leva – di arrivare a una discussione serena di un provvedimento straordinario di clemenza”.

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