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Pa: cari ministri, la vera rivoluzione? Non esternalizzare il lavoro

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Io credo molto a questa rivoluzione e alla ventata fresca che ci aspettavamo da tempo e quindi, come tanti, mi aspetto molto da questo Governo. Soprattutto nei comportamenti che dovrebbero andare in contrasto con quelli passati. Per cui cari ministri, se volete davvero compiere una rivoluzione fino in fondo è necessario dare un nuovo segnale e cambiare stile.

Come? Domani, quando vi troverete all’interno della vostra grande e bella stanza ministeriale, sappiate che lì nelle stanze limitrofe, grigie e polverose, ci sono dei lavoratori a voi sconosciuti e molto bravi che non aspettano altro che essere valorizzati. Abbiate il coraggio di farlo dando un segnale nuovo che nessuno prima ha mai dato. Ho sentito parlare di rotazioni e mobilità di dirigenti nel pubblico impiego. Ben venga.  Però non ho sentito nulla sulla riduzione di contratti agli esterni. Moda diffusissima negli ultimi anni a cui tutti ricorrono, nessuno escluso, a completo svantaggio di chi invece lì da anni lavora. Chi arriva pensa: tanto qui sono tutti dei lavativi e io sono costretto a chiamare gli esterni  per  far funzionare la macchina statale. Anche voi farete come tutti quelli che vi hanno preceduto e appena nominati comincerete a far arrivare il carrozzone degli esterni? Ci servono persone fidate, si dice ogni volta.

E’ una scusa bella e buona che serve solo a giustificare le assunzioni degli  amici e degli  amici degli amici, senza sapere però che quelle professionalità che state cercando sono già lì dentro. Già ci sono. Quante energie sprecate. Tempo fa, in un ufficio dove venni chiamata ad operare, c’erano tante persone inutilizzate. Non avevano nulla da fare e i dirigenti non se ne curavano. Colpa loro, ovviamente, ma si sa, negli uffici statali nessuno mai si prende delle responsabilità. I vivaci e i realizzati però c’erano ed erano quelli operativi….tutti esterni. Si sentivano nelle loro stanze discutere, progettare e realizzare. Nelle altre, solo silenzio. Ormai funziona così….si toglie il lavoro ai lavoratori interni e si passa al personale che viene da fuori. Non è normale tutto ciò e quindi cominciate voi cari ministri a dare un segnale nuovo partendo proprio dagli uffici di staff….addetti stampa, capouffici stampa, tecnici, funzionari legislativi, di gabinetto, insomma tutto quello che cercate può essere lì dentro.

Come fare? Basta organizzare una manifestazione di interesse rivolta al personale interno che voglia occuparsi di cose specifiche e chiedere titoli, competenze e professionalità. Si raggiungono così due risultati molto importanti. Si valorizza gente brava e in più si è sicuri di affidare il lavoro a chi conosce bene la macchina statale e il suo funzionamento. E’ poco? Non direi. Uno staff interno sarebbe davvero il modo migliore per ristabilire un buon rapporto con tutti….cittadini e istituzioni, creando un notevole risparmio al Paese.

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