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Modena, le ciclabili a cosa servono?

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A Modena, si è aperto un dibattito su una ciclabile che sta per essere allestita in uno dei principali assi di penetrazione verso il centro storico: la via Giardini.

La proposta del Comune prevede una ciclabile del costo di circa 650.000 euro, in buona parte finanziati dalla Regione; le associazioni riunite nel Coordinamento per una mobilità nuova, contestano il progetto; secondo loro la ciclabile verrà realizzata sul lato opposto a quello abitualmente percorso dai ciclisti con un tracciato di gran lunga più pericoloso e costoso rispetto a quello che loro propongono.

La città di Modena ha sempre investito sulle ciclabili, tanto è che ce ne sono per più di 100 Km; peccato però che siano spezzettate, poco collegate tra di loro e pericolose a causa di una segnaletica “molto creativa”; insomma una specie di acquedotto spezzettato, quindi inutile.

In compenso sono stati costruiti, con una spesa totale di quasi quattro milioni di euro, due bellissimi ponti ciclabili, uno dei quali senza percorsi ciclabili di collegamento.

Ma vediamo un po’ i conti della ciclabile progettata dal Comune su via Giardini: la pavimentazione sarà in cubetti di porfido, con un costo di circa 75 euro al metro quadro (quanto costa il parquet di casa nostra!); una pavimentazione scomoda e richiedente frequenti manutenzioni; costo totale, circa 150.000 euro.

La segnaletica orizzontale costerà circa 50.000 euro; i 25 cestini ne costeranno quasi 15.000.

Insomma, le ciclabili, a Modena, sono costruite veramente per far girare i ciclisti?

O servono di più per far girare i soldi?

Nello stesso tempo non si realizzano alcune ciclabili su assi importantissimi e molto frequentati da ciclisti ove, data la struttura della strada, basterebbero investimenti di poche decine di migliaia di euro; ne citiamo alcune: Jacopo Barozzi, strada nazionale per Carpi (Madonnina); via Vignolese.

Come mai?

Per fortuna che i consigli di circoscrizione interessati, chiamati a dare un parere, hanno espresso un giudizio negativo.

Un colpo di coda di organismi di partecipazione arrivati agli ultimi mesi di attività e soppressi perché, quelli sì che erano i veri costi della politica da sopprimere al più presto! E lì sì che il centrodestra ha trovato l’accordo con quel centrosinistra che adesso si ingegna a trovare qualche soluzione, quando ormai è troppo tardi.

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