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Rai, sessant’anni portati malissimo (e celebrati ancora peggio)

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La Rai Tv, e quindi la televisione italiana, ieri ha compiuto sessant’anni. Ora, c’è ben poco da celebrare in questo paese, e soprattutto a viale Mazzini, ormai l’ombra di quel che fu, ma se si decide di farlo almeno lo si faccia come si deve.

Ieri sera, invece, RaiUno ha trasmesso due ore di Techetecheté (il collage di ricordi televisivi a costo zero che d’estate fa furore tra il telegiornale e la prima serata). Abbiamo rivisto tante cose pregevoli del passato televisivo italiano, per carità, ma il sessantesimo compleanno di ‘Mamma Rai’, che qualche faccia di tolla si ostina ancora a definire “la più grande industria culturale (sic!) italiana”, meritava qualcosa di meglio.

Capiamo l’austerity (anche se in altri settori a viale Mazzini continuano a non badare a spese), capiamo il low profile imposto dal duo funereo Tarantola-Gubitosi, capiamo davvero tutto. Quello che non possiamo capire, però, è come non sia stato possibile organizzare uno show in diretta con il meglio della Rai di ieri e di oggi, affidato alla conduzione di uno dei volti più noti della tv pubblica (anche un Carlo Conti, per esempio).

E ancora meno capiamo il tono trionfalistico di dirigenti vari nell’annunciare la minestrina riscaldata che ieri sera è stata servita ai telespettatori. Un alfabeto raffazzonato a far da fil rouge al racconto degli ultimi sessant’anni, con un pippotto finale (francamente senza senso) di Renato Zero, mentre in sottofondo andava W la Rai). Il saluto conclusivo, poi, è stato davvero la cifra dell’intera serata: il Pace e Bene di Padre Mariano. Amen, verrebbe da aggiungere, visto che la Rai ieri sera ha trasmesso una messa cantata, peraltro preconciliare.

Ultimamente a viale Mazzini stanno cercando faticosamente (e con alterne fortune) di svecchiare il pubblico della Rai. Non lo stanno facendo senza errori, ma almeno lo stanno facendo. Ebbene, l’ammirevole, anche se insufficiente, sforzo è stato vanificato da una serata di una noia mortale.

In fondo la verità è una sola: i sessant’anni, la Rai, li porta davvero male. E allora, piuttosto che celebrare la propria decadenza, a questo punto avrebbero potuto glissare e far finta di nulla, magari mandando in onda la solita replica di Montalbano o di don Matteo.

Non sarà mica arrivato il momento di mandarla in pensione, questa vecchia signora?

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