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Salerno, dopo il “Crescent” il tribunale sequestra anche la piazza

L'inchiesta era partita in seguito al cedimento parziale di Piazza della Libertà, situata di fronte all'imponente costruzione sul lungomare. La perizia disposta dal gip aveva evidenziato difetti di progettazione e di esecuzione dei lavori
Salerno, dopo il “Crescent” il tribunale sequestra anche la piazza
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Non solo Crescent. Dopo il sequestro dell’imponente costruzione sul lungomare, disposto nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato anche il sindaco Vincenzo De Luca, il gip del tribunale di Salerno ha posto i sigilli anche a Piazza della Libertà, lo spazio antistante il cantiere, e al parcheggio sotterraneo.

La magistratura salernitana aveva aperto un’inchiesta a seguito del cedimento parziale della piazza che avvenne il 24 luglio 2012: il giudice per le indagini preliminari aveva incaricato l’ingegner Nicola Augenti di verificare i requisiti di sicurezza previsti dalla legge. La perizia, una relazione tecnica di 139 pagine depositata il 16 settembre scorso, aveva evidenziato difetti di progettazione e di esecuzione dei lavori. Sempre l’ingegner Augenti aveva consigliato all’autorità giudiziaria di effettuare ulteriori approfondimenti anche sulla variante del progetto che aveva previsto una deviazione del torrente Fusandola. Nei giorni successivi alle verifiche del perito, l’amministrazione comunale aveva sottolineato di essere parte lesa nella vicenda e proposto, con i propri tecnici, interventi mirati affinché si potesse mettere in sicurezza la piazza. Ma a quanto pare non è bastato.

E mentre si pongono i sigilli a Piazza della Libertà, proseguono le indagini a carico di trenta persone, tra cui il sindaco De Luca e sette consiglieri comunali. Tra i reati contestati, anche abuso di ufficio e falso in atto pubblico. In particolare, sotto la lente degli investigatori è finita la variante al Piano urbanistico attuativo (Pua), adottata il 16 marzo 2009, che consentiva l’acquisizione delle aree demaniali sulle quali è sorto il cantiere “Crescent”. L’indagine era nata  da una serie di esposti dei comitati “No Crescent” e dell’associazione “Italia Nostra”, da sempre contrari alla realizzazione del complesso. I comitati, dal 2009, contestano l’opera e negli esposti denunciano il grave rischio idrogeologico dovuto all’impatto dell’opera sulla spiaggia di Santa Teresa e nei pressi del torrente Fusandola.

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