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Sanità, la tecnologia di cui la medicina ha paura

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Ho partecipato ad un convegno organizzato dall’Ordine dei medici di Milano su: “Internet e telemedicina: opportunità e criticità”. Ho assistito, per impegni personali, solo alle prime tre relazioni che sono state interessanti ma, secondo me, con molti limiti. Sicuramente occorre utilizzare anche la tecnologia per cercare di riportare #ilpazientealcentro dell’universo salute oggi posto, dai medici, in bilico tra aziende sanitarie e medicina difensiva. Il concetto che è emerso che mi ha più dato fastidio è che il paziente, anche a causa della possibilità di informarsi tramite internet, è “esigente”. Io continuo a credere, a pensare e a dire che invece il paziente, che è debole, reagisce, al sentirsi posto in mezzo a spinte economiche personali e/o aziendali, per quelle due semplici parole che sono dubbio e paura, quando viene a contatto con la malattia.

Se possiamo utilizzare internet per un percorso di avvicinamento fra medici e fra medico e paziente ben venga. Questo è quello che avrei voluto sentirmi dire dai relatori. Non vorrei che con la tecnologia i medici abbiano paura di perdere il loro potere e non l’empatia che solo una visita può dare e che è comunque insostituibile. Internet, la tecnologia non serve a curare ma a prendersi cura e guadagnare una nuova fiducia delle persone per le quali dobbiamo, da medici, vivere: i pazienti.

Impossibile non pensare che si debba al più presto adeguarsi in vari modi ai processi evolutivi. In Francia, ad esempio, da un anno è stata autorizzata la telemedicina e proprio la Francia ha posto, nel 2012, www.tweetsalute.com tra le prime 500 innovazioni socialmente utili in 20 Paesi del mondo ma pare non se ne sia accorto nessuno in Italia.

Impossibile non pensare che si debba attuare un controllo gestionale indipendente quale solo History Health può essere, lontano dalla carta regionale dei servizi e dal fascicolo sanitario elettronico. Perché, con le grandi possibilità che ci regala la tecnologia, dobbiamo ridurci a far controllare anche il nostro sangue da Istituzioni che hanno solo sprecato i nostri soldi? Ognuno gestisca la propria salute in modo indipendente, la controllerà e conserverà meglio. 

E’ questa la tecnologia di cui la medicina ha paura? 

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