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Trento, l’appello della madre del detenuto morto in carcere

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Questo comunicato lo ha scritto la mamma di un ragazzo morto nel carcere di Trento alcuni giorni fa. Mi limito a dare qui ospitalità alle sue parole. (SM)
 
Trento: voglio tutta la verità sulle cause della morte in carcere di mio figlio
TRENTO, 6 NOVEMBRE – Mio figlio è entrato nel carcere di Spini di Gardolo, a Trento, a fine luglio 2013, dovendo scontare una pena a 4 mesi di arresto per il reato di “Resistenza a pubblico ufficiale”. La mattina del 29 ottobre, 
alle 6:00 circa, i compagni di cella lo hanno trovato in bagno privo di sensi. Hanno chiamato gli agenti penitenziari, poi è intervenuto il 118, ma non sono riusciti a rianimarlo. Il medico di guardia ha certificato che le cause del decesso sono attribuibili a un “arresto cardiaco”. Mio figlio aveva solo 28 anni e avrebbe terminato la condanna a fine novembre. Soffriva di problemi di tossicodipendenza e per curarsi aveva già trascorso 3 anni in una Comunità Terapeutica, in carcere gli è stato somministrato del metadone con “terapia a scalare”. Non aveva altri problemi di salute. Come può essere morto, improvvisamente, per “cause naturali”? Vorrei una risposta a questi dubbi, per questo ho chiesto tramite un avvocato che la Procura disponesse l’autopsia.
Ma oggi è arrivata la comunicazione che il pm ha respinto la nostra richiesta e allora ho deciso di rivolgermi ai media. Voglio conoscere fino in fondo la verità: perché un ragazzo, entrato sano in una struttura preposta alla “custodia” delle persone, dopo tre mesi ne è uscito senza vita?

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