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Guerra in Siria: armiamoci, per la Giordania

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Anche l’Italia ha il suo primo Iron Dome. La sua “cupola di ferro” antimissile. Certo non si può paragonare a quella usata dalle forze armate israeliane ma è anche vero che noi non corriamo gli stessi rischi. Anzi non ne corriamo alcuno. E infatti il sistema antiaereo e antimissile balistico mobile Samp/t, sarà usato temporaneamente per difendere la Giordania da eventuali attacchi siriani, qualora il presidente Obama decidesse di “punire” Bashar Al Assad.   

Lo ha rivelato il sito Analisidifesa.it, spiegando che il nostro paese ha speso la bellezza di 1,7 miliardi di euro per acquistare 5 batterie, più una per l’addestramento e formare il personale.   

Ancora una volta dunque le nostre istituzioni sono riuscite a trovare i soldi. Quando si tratta di acquistare aerei da combattimento e armi, diventiamo improvvisamente ricchi.   

“L’Esercito ha stanziato ingenti fondi per approntare le batterie e perfezionare l’addestramento del 4° reggimento che ha acquisito con alcuni mesi di anticipo sui tempi previsti la completa capacità operativa. Attività culminate nel marzo scorso quando militari francesi e italiani si addestrarono congiuntamente lanciando una serie di missili Aster-30 presso il Centro Sperimentazioni Missilistiche di Biscarrosse, in Francia”, scrive il sito specializzato.   

I missili Aster 30 sono concepiti per intercettare bersagli aerei in un raggio di 100 chilometri e missili balistici a corto raggio (come quelli siriani), missili da crociera e aerei. Se il presidente americano dovesse dare il via all’attacco verranno dispiegati in Giordania e dovranno essere gestiti dai nostri militari. La tabella di marcia prevede l’arrivo ad Amman di almeno 200 militari italiani tra artiglieri, unità logistiche e forze di sicurezza.

Il Fatto Quotidiano, 13 settembre 2013

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