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Fare industria in Italia: pizzino di Luigi Einaudi per Marchionne

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Ebbene sì, ha ragione Sergio Marchionne, ad di Fiat, in «Italia è impossibile fare industria». Siamo d’accordo. E siccome il dottor Marchionne è timido e non ha avuto il tempo o il coraggio di spiegare ancorché sinteticamente perché gli è impossibile fare il suo lavoro fino in fondo, grazie a un «pizzino» recapitatoci dall’aldilà per conto di Luigi Einaudi, siamo in grado di spiegarvi i veri motivi che, non da oggi, impediscono di fare industria in Italia.

  1. Abbiamo la peggiore classe politica tra i paesi industrializzati. Con questa gente non si può parlare né di mercato, né di politica industriale, né tantomeno di stato sociale. I loro interessi sono altrove. Il fatto è talmente acclarato e incontrovertibile che solo un pazzo pericoloso, dopo trent’anni di declino economico del paese, potrebbe minimamente metterlo in discussione.
  2. Abbiamo una tra le peggiori classi imprenditoriali, di sicuro per quanto riguarda la grande impresa, purtroppo ultimamente con gravi peggioramenti anche tra i piccoli e i medi imprenditori. Se si tratta di prendere sovvenzioni, denaro a buon mercato, favori vari non li batte nessuno. Un po’ meno se si tratta di rimboccarsi le maniche e capire che non puoi licenziare se tu fai la bella vita ma dici di essere sull’orlo del fallimento.
  3. Abbiamo un sistema bancario inefficiente e colluso con gli incapaci (vedi sopra n.1 e 2). Un sistema che se è alla canna del gas si fa dare i soldi dallo Stato, perché invoca il principio che svolge una funzione di interesse pubblico. E che al contrario, nei momenti di vacche grasse quando produce utili, sostiene che «l’unica morale è il profitto», salvo se perde tutto (anche i denari degli azionisti), foraggiare i responsabili del disastro con buonuscite milionarie.
  4. Abbiamo un sistema di trasporti vetusto, costoso, inefficiente e gestito peggio che non si può (vedi anche qui alla voce «politici: corruzione»)
  5. Abbiamo una legislazione economica inadeguata, formalistica e inefficace. In più abbiamo pensato  bene che i problemi del lavoro siano un problema giudiziario, con le conseguenze che tutti vedono. Authority n.p.
  6. Abbiamo un sindacato che anni addietro ha perduto il senso dell’interesse dei lavoratori e ora non riesce più recuperarne il valore. Quindi come se non ci fosse.
  7. Abbiamo il peggior sistema fiscale tra i paesi sviluppati, un sistema che punisce chi paga e premia chi non paga, sostiene chi non lavora e perseguita chi lavora.
  8. Abbiamo un settore pubblico che, specie in alcune zone del paese dove vige la cosiddetta «autonomia», droga e rovina il mercato, oltre a incrementare la già strutturale inefficienza diffusa senza barriere.
  9. Tolleriamo una serie infinita di interessi corporativi (farmacisti, notai, giornalisti, professori universitari, medici, magistrati, avvocati, tassisti, commercianti, agricoltori, ecc. ecc.), che applicano sempre il principio del NIMBY e se li tocchi nei loro interessi credono giusto bloccare il paese.
  10. Siamo incorreggibili. Bravissimi a vedere le colpe altrui, incapaci di scorgere anche un briciolo delle nostre proprie responsabilità e agire di conseguenza (come Sergio Marchionne).

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