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Eataly contro il Porcellum, fra pubblicità e politica

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Eataly contro il Porcellum

In questi giorni Eataly ha acquistato alcune pagine dei quotidiani nazionali per schierarsi contro l’attuale legge elettorale, il cosiddetto “Porcellum”, con questa headline: «Se cancellate il “Porcellum” Eataly offre porchetta arrosto a tutti i clienti». E aggiunge: «Offerta valida fino al 30 settembre». L’iniziativa è tecnicamente perfetta, come ben spiega Annamaria Testa: «Usa l’arma dell’ironia, passando dal porcellum alla porchetta. L’annuncio è congruente, perfino sotto il profilo grafico, con la comunicazione del brand e con il precedente e tempestivo schierarsi di Eataly su temi caldi per il paese (ricordo l’annuncio contro l’omofobia, o l’invito a pranzo per Giachetti, il digiunatore antiporcellum) con la filosofia della marca (rilanciare il meglio dell’Italia nel mondo), con le sue buone pratiche, dalla difesa del territorio alle nuove assunzioni. Infine. L’annuncio chiama in causa una categoria (i politici), presenta un’indicazione precisa per agire, alla quale dà perfino una scadenza, offre un vantaggio concreto: porchetta (italiana doc) per tutti. Dice sorridendo quel che deve e non fa una piega, da nessuna parte.»

Sappiamo inoltre che Oscar Farinetti, fondatore e presidente di Eataly, si è schierato in più occasioni a favore di Renzi. La pubblicità finisce dunque giocoforza per affiancarsi alla comunicazione politica di Matteo Renzi e l’intenzione è certo quella di rinforzarla (anche Renzi si è più volte espresso, come molti, contro il Porcellum). Però mi chiedo: quanti elettori del Pd, partito dentro al quale Renzi ancora si muove, storceranno invece il naso, non apprezzando la mescolanza fra comunicazione politica e commerciale? Quanti possibili elettori del Pd (e a sinistra del Pd) vedranno nell’operazione l’ennesima traccia di cosiddetto “berlusconismo”? Secondo me, molti. E allora domandiamoci: questo alla fine favorisce o danneggia l’immagine di Renzi? Qui sta il problema. Uno dei problemi cruciali della sua immagine (non l’unico) che spiega perché la sua candidatura sia tanto controversa nel Pd e, più ampiamente, fra gli elettori di centrosinistra.

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