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Pdl, “niente più carcere per il finanziamento illecito ai partiti”

L'emendamento al ddl del governo è stato depositato alla Camera da alcuni esponenti del partito di Alfano. Chiedono di sostituire il carcere con una "sanzione amministrativa pecuniaria". No del Pd. Fiano: "Non firmo"
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Un emendamento al ddl del governo depenalizza il finanziamento illecito ai partiti. Niente più carcere, solo una “sanzione amministrativa pecuniaria”. Una proposta firmata dagli esponenti Pdl Maurizio Bianconi, vice segretario amministrativo del Pdl, Anna Grazia Calabria, responsabile giovanile del partito, le deputate Elena Centemero e Laura Ravetto, e l’ex ministro dell’agricoltura Francesco Saverio Romano. L’emendamento, scrive Repubblica, “scardina dalle fondamenta la norma che ha reso possibile Mani pulite”. Ma anche il processo Enimont, l’incriminazione di Craxi, Forlani, Citaristi e Greganti. 

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Per capirne la portata, è necessario ricordare il terzo comma dell’articolo 7 della legge 195 che impone che “chiunque corrisponda o riceve contributi senza che sia intervenuta la deliberazione dell’organo societario o senza che il contributo o il finanziamento siano stati regolarmente iscritti nel bilancio della società stessa, è punito, per ciò solo, con la reclusione da 6 mesi a 4 anni e con la multa fino al triplo delle somme versate”. Detenzione e multa, dunque. Ma con l’emendamento Pdl rimarrebbe solo la prima. Se fosse approvato, avvantaggerebbe tra gli antri anche Filippo Penati, ex capo della segreteria di Bersani,  Claudio Scajola e Marco Milanese, “ex braccio destro di Giulio Tremonti appena condannato a 8 mesi per questo reato”. Il Pd, però, per voce di Emanuele Fiano, è perentorio: “Sia chiaro che questa roba qui io non la voto”. 

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