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PD, dalla Commissione di Garanzia aut aut a Crocetta: “O con noi o col Megafono”

La Commissione Nazionale di Garanzia del Partito Democratico ha giudicato non ammissibile l'adesione di eletti fra le fila del Pd al movimento politico fondato dal governatore siciliano: non possono esistere "strutture parallele permanenti che risulterebbero alternative al partito"
PD, dalla Commissione di Garanzia aut aut a Crocetta: “O con noi o col Megafono”
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“O con noi o con il Megafono“. E’ questo l’aut aut che la Commissione Nazionale di Garanzia del Partito Democratico pone al governatore della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, fondatore de “Il Megafono”, che lo scorso mese ha cominciato a strutturarsi come un vero e proprio movimento a livello nazionale, con l’adesione consigliere comunale di Firenze, Susanna Agostini, eletta nel PD. Un processo, però, irregolare, giacché – come rileva la Commissione, “non risultano esistere accordi o intese tra il Pd e il Megafono, che possano consentire agli iscritti del Pd di far parte di altri movimenti politici o agli eletti di aderire a gruppi consiliari diversi dal Pd stesso”. E’ questo il risponso della Commissione, in merito ai riguardanti il movimento siciliano “Il Megafono”. “Né ad iscritti che ricoprano incarichi istituzionali né ad eletti nelle liste del Pd – continua la Commissione nazionale di garanzia del Pd – è consentito sottrarsi al dovuto versamento al partito dei contributi così come previsto da Statuto e Regolamento finanziario”.

Fermo restando che “è nella natura stessa del partito allargare le sue iniziative, aumentare i suoi contatti con la società e i suoi movimenti, favorire la partecipazione democratica, e, in particolari momenti elettorali, la convergenza di più culture per il successo delle proprie liste, nel rispetto delle norme statutarie e sulla base di accordi politici” e “rafforzare la struttura e la presenza del partito nella società è la sostanza del prossimo congresso del Pd”, la Commissione di garanzia ritiene che “l’esistenza di episodi e di presenze collaterali al partito non possa trasformarsi in una organizzazione di iscritti e in una strutturazione parallela articolata, finalizzata ad una presenza permanente sulla scena politica che risulterà e risulterebbe alternativa e contraria alle normative che disciplinano la vita interna del Pd”.

Ritiene infine che “l’opera di rinnovamento e di affermazione dei principi etici che devono informare la vita del partito e la necessaria leale collaborazione non possa essere favorita da formulazioni assolute e indiscriminate di denigrazione e di accusa rivolte al Partito e ai suoi dirigenti”. La Commissione auspica che “in tempi brevi si possa realizzare una verifica dell’attuazione delle considerazioni sopra riportate”.

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