La vita è sempre più cara, mentre il “governo del fare” di Enrico Letta prende tempo sui provvedimenti da adottare. L’inflazione è aumentata a giugno dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1,2% da giugno 2012. I dati resi noti dall’Istat evidenziano “una pericolosa inversione del trend in un momento in cui la domanda e i consumi continuano invece a precipitare”, afferma in una nota il Codacons calcolando che si tratta di “una stangata che complessivamente equivale, in termini di aumento del costo della vita, a 419 euro per una famiglia di tre persone e a 345 euro per una di due componenti”.

Il rincaro, secondo l’istituto di statistica, “è principalmente imputabile alla ripresa dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che crescono su base mensile dello 0,5%”. Ma tra i rincari più marcati spiccano quelli della frutta fresca: i prezzi nel solo mese di giugno sono aumentati del 6,9% trascinando in alto l’indice degli alimentari che complessivamente su base mensile sono aumentati dello 0,6% e su base annua del 2,8%. L’effetto del maltempo e dei nubifragi si fa sentire anche per i prezzi della verdura, che, come spiega Coldiretti, sono saliti dell’11,1%. I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori a giugno sono aumentati dello 0,4% su base mensile e dell’1,7% su base annua.

Contribuiscono al rialzo dell’indice generale anche gli aumenti su base mensile dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+0,7%), sui quali incidono, in parte, “fattori di natura stagionale”, dice l’istituto di statistica. Reggio Calabria è con un +2,9% la città in cui i prezzi a giugno hanno registrato gli aumenti su base annua più elevata. Seguono, con aumenti meno marcati, le città di Venezia (+1,9%), Potenza, Bologna e Genova (per tutte +1,6%). I tassi di inflazione più contenuti riguardano invece Palermo, Aosta (per entrambe +0,6%), Cagliari e Trieste (entrambe +0,7%).

Salgono anche i prezzi della benzina. Dopo l’aumento deciso ieri dall’Eni, oggi tutti gli altri marchi, in scia, si adeguano al rialzo con rincari differenziati che vanno da 0,005 a 0,015 euro il litro, con un prezzo massimo segnato da TotalErg a 1,865 euro il litro. L’aumento “alla pompa” scatta in controtendenza rispetto al calo di ieri sui mercati internazionali del prodotto raffinato e porta il prezzo ai valori più alti dallo scorso 25 marzo. Il prezzo internazionale della benzina è sceso a 588 euro per mille litri, mentre quello del diesel a 607 euro per mille litri (-13).

Sui prezzi alla pompa, invece, stamattina si registra la risposta delle compagnie all’aumento deciso ieri dal Cane a sei zampe. Le medie ponderate nazionali dei prezzi tra le diverse compagnie in modalità servito, dunque, salgono ancora, con la benzina a 1,851 euro/litro (+0,6 centesimi) e il diesel 1,745 euro/litro (+0,4 centesimi). Si tratta dei valori più alti dallo scorso 25 marzo. Fermi i carburanti gassosi: Gpl a 0,794 euro/litro, metano a 0,988 euro/kg.

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