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2 giugno, parata militare ma niente Frecce tricolori e presidi pacifisti

2 giugno, parata militare ma niente Frecce tricolori e presidi pacifisti
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E’ un 2 giugno diverso. Senza le Frecce tricolori e i reparti a cavallo, come già era stato l’anno scorso e come impone la spending review, ma per il resto la parata militare ai Fori Imperiali, costo due milioni di euro, si svolge regolarmente e a sfilare sono in 3.300 tra militari e civili. Ci sono però anche molte iniziative pacifiste: associazioni nonviolente e del servizio civile hanno infatti organizzato una giornata di mobilitazione e di incontri per “festeggiare la Repubblica in pieno spirito costituzionale e avendo ben presente il ripudio della guerra“.

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La giornata prende il via con la deposizione di una corona di alloro sulla Tomba del Milite Ignoto alla quale partecipano le più alte cariche dello Stato, che poi presenzieranno subito dopo alla rassegna delle truppe schierate per la Parata. Tra i presenti, alla sua prima uscita pubblica, anche il neo nominato capo della Polizia, prefetto Alessandro Pansa.

Lo “sfilamento” della Parata Militare – aperto come sempre dalla banda dei Carabinieri – si articola in sette settori: quello delle bandiere e degli stendardi delle nazioni amiche e alleate e degli organismi internazionali; il settore dell’Esercito, quelli della Marina, dell’Aeronautica, dell’Arma dei Carabinieri; il settore dei Corpi militari e ausiliari dello Stato (Gdf, Cri, Smom); quello dei Corpi armati e non dello Stato (Forestale, polizia di Stato, Polizia penitenziaria, Vigili del fuoco, Volontari del soccorso, Servizio civile nazionale, Polizia municipale). Nel pomeriggio in concomitanza con l’apertura al pubblico dei Giardini del Quirinale, è previsto un concerto dei complessi bandistici della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Aeronautica Militare, della Marina Militare e dell’Esercito.

Passando all’altro fronte, quello antimilitarista, l’appuntamento è in Piazza Mignanelli, vicino a Piazza di Spagna, con un presidio-evento in cui le reti promotrici della “Festa della Repubblica che ripudia la guerra” (Rete Italiana per il Disarmo, Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Tavolo Interventi Civili di Pace e Campagna Sbilanciamoci) premiano alcuni cittadini come “Testimoni di Pace”: donne e uomini del Servizio Civile, della Cooperazione allo sviluppo, della sanità e istruzione, del mondo del lavoro, della lotta alla criminalità organizzata, dell’informazione e un rappresentante degli stranieri senza cittadinanza. Uno speciale attestato viene rilasciato alla memoria di Daniele Ghillani, giovane volontario in Servizio Civile all’estero morto in Brasile.

Il contro-programma prevede anche una visita del presidente della Camera Laura Boldrini a un centro di Servizio Civile a Roma, “Salesiani per il Sociale”, dove la terza carica dello Stato incontra i referenti delle reti promotrici della “Festa della Repubblica che ripudia la guerra” oltre che giovani che hanno scelto la strada del Servizio civile. Mobilitazioni antimilitariste sono previste anche in altre città, come Bologna e Firenze: nel capoluogo toscano la Festa della Repubblica è l’occasione per consegnare il riconoscimento della cittadinanza ai tre senegalesi feriti nell’agguato a sfondo razzista del 13 dicembre 2011 nel capoluogo toscano, costato la vita a due loro connazionali.

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