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Imu, slitta la sospensione per le imprese. Governo deciderà venerdì su prima casa

Malumore nel centrodestra perché si discuterà soltanto di uno stop temporaneo. Al punto che i ministri e i sottosegretari del Pdl sono stati convocati nella sede di via dell’Umiltà per discutere sulla questione. Ma Brunetta e Schifani rassicurano: "Non è un gabinetto di guerra"
Imu, slitta la sospensione per le imprese. Governo deciderà venerdì su prima casa
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Imu sospesa sulla prima casa, ma le imprese devono continuare a pagarla. Almeno per ora. Il consiglio dei ministri si riunirà venerdì per prendere le prime misure urgenti su tassa immobiliare, Cig in deroga e stipendio dei ministri parlamentari. Si discuterà di una sospensione temporanea e soltanto sulla prima casa, mentre per quanto riguarda le aziende la questione sarà probabilmente affrontata solo in un secondo momento. Dall’Imu pagata da imprese e agricoltori lo scorso anno erano infatti arrivati 6-7 miliardi di euro, una cifra difficile da coprire in tempi così rapidi.

La notizia dello stop temporaneo ha creato non poco malumore nel centrodestra. Al punto che i ministri e i sottosegretario del Pdl sono stati convocati nella sede di via dell’Umiltà per discutere sulla questione. Ma i capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato, Renato Brunetta Renato Schifani, hanno rassicurato che “non si tratta di una sorta di gabinetto di guerra”. La riunione in corso fra i presidenti dei gruppi parlamentari e gli esponenti Pdl al governo “non è frutto di una convocazione dei ministri sulla possibile mancata sospensione dell’Imu sui capannoni”, hanno precisato in una nota congiunta. Il Pdl vuole insomma “uno sforzo in più” per le imprese: “Stiamo studiando una proposta che alleggerisca da subito l’imposta anche per le imprese”.

Che l’intervento per le imprese fosse una corsa a ostacoli si era capito anche dalle parole di Flavio Zanonato. Il ministro per lo Sviluppo economico aveva infatti riferito che l’intervento per i capannoni industriali poteva avere un costo intorno ai 1,5 miliardi di euro. Risorse che potevano aiutare solo una fetta della platea, forse le piccole imprese. In ogni caso quella cifra era già alta, considerato che si fa fatica in questo momento a reperire le risorse anche per coprire la cassa integrazione in deroga.

Per la Cig infatti si profila un intervento più basso del previsto. A fronte di un fabbisogno di 1,5 miliardi aggiuntivi stimato dai sindacati, si ipotizzano per ora risorse inferiori, per poi rimpinguare la dotazione con coperture più solide nei prossimi mesi. Per finanziare la cassa integrazione in deroga l’ipotesi è quella di attingere, al momento, al Fondo per le politiche della formazione e al Fondo per la produttività. L’altra emergenza, quella del lavoro dei giovani, sarà invece affrontata tra qualche settimana. Il Governo punta infatti presentare il pacchetto – ha annunciato il ministro Giovannini – “entro giugno”.

E’ arrivato, intanto, il primo via libera del Parlamento al decreto legge per sbloccare i crediti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. La Camera ha approvato il testo con 450 sì, tra cui il parere favorevole di Sel e Lega, l’astensione del M5S e nessun voto contrario. Ora la palla passa al Senato dove però il provvedimento arriva blindato. “Per il governo si chiude qua”, taglia corto il sottosegretario al Tesoro Alberto Giorgetti chiudendo all’ipotesi di ulteriori modifiche.

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