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Fatto Quotidiano, la festa a Taneto di Gattatico: l’informazione resiste

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Allora, raga, questo è un pezzo di spudorato elogio a Il Fatto Quotidiano. Quindi, considerato che da tanto tempo non scrivo in questo blog, vi prego: se avete qualcosa da dire contro il giornale, fatelo da un’altra parte, perché altrimenti poi mi demoralizzo e sto altri sei mesi senza scrivere niente.

Ogni mattina, leggendo il giornale, io mi sento meno solo. È sempre stato così, ma da qualche mese a questa parte, non avendo più nessuno che mi rappresenti in Parlamento, l’unico punto di riferimento che mi impedisce di mettermi a coltivare un orto e pensare ai cazzi miei, è Il Fatto Quotidiano. E poi, io sono uno di quelli che, mal che vada, pensa all’orto e a poco altro…ma, secondo me, in giro c’è un sacco di gente che, non sapendo più in cosa credere, non avendo nessuno in cui riporre la propria fiducia e magari trovandosi anche in una situazione di disperazione economica, potrebbe fare cose ben peggiori.

La solitudine è una brutta bestia e oggi, purtroppo, continuano ad aumentare le persone che, pur essendo in una condizione simile a quella di milioni di altri, tendono a vivere da sole il proprio dramma, quasi come se fosse una colpa della quale vergognarsi. Ai partiti, che ogni giorno si riempiono la bocca di buoni propositi, non gliene frega assolutamente niente. Eccezion fatta per Landini, i sindacati sono talmente timidi da faticare perfino a indire uno sciopero generale.

Tutta l’informazione è impegnata nell’opera di pacificazione nazionale, nell’intento di farci digerire la più grossa porcata che mi sia mai capitata di vedere da quando sono al mondo. E, davvero, se non ci fosse Il Fatto, io mi sentirei decisamente in difficoltà.

Visto che, mai come in questi mesi, il nostro giornale è attaccato da tutti quanti, proprio perché resta l’unico a non voler rassegnarsi alla “normalizzazione” e dunque l’unico a raccontare ancora la realtà delle cose “in un paese di merda” (cito Marco Travaglio), io dico al Direttore, ai giornalisti tutti, di resistere e di andare avanti così. Ho come l’impressione che anche loro, ogni tanto, abbiano bisogno di una pacca sulle spalle e di un incoraggiamento ad andare avanti. Se così non fosse, tanto meglio. Ma se dovesse servire la mia pacca, eccola qua.

Dirò di più: all’ormai prossima festa nazionale de Il Fatto Quotidiano (7-8-9 giugno), i giornalisti saranno come ogni anno a disposizione di tutti i lettori (altra rarità nel panorama dell’informazione attuale), e allora io propongo di venire in tanti a incontrarli!

Un abbraccio farà bene a loro, ma anche a noi.

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