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Fiat “valuta di salire al 100% di Chrysler poi si quoterà negli Stati Uniti”

Il Wall Street Journal sottolinea che si tratterebbe di un cambio di direzione da parte di Sergio Marchionne, che aveva detto in passato di voler evitare la quotazione. Intanto il Lingotto tratta il valore della quota dell'azienda americana con il fondo Veba, che fa capo al sindacato dei metalmeccanici Usa
Fiat “valuta di salire al 100% di Chrysler poi si quoterà negli Stati Uniti”
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Fiat considera l’ipotesi di salire al 100 per cento in Chrysler e poi lanciare una Ipo negli Stati Uniti della nuova società. E’ quanto riporta il Wall Street Journal, sottolineando che si tratterebbe di un cambio di direzione da parte dell’amministratore delegato Sergio Marchionne, che aveva detto in passato di voler evitare la quotazione. La notizia ha fatto salire il titolo della società torinese a Piazza Affari, che ha chiuso in rialzo del 2,53 per cento.

L’operazione, con cui Chrysler tornerebbe in Borsa per la prima volta dal 2007, consentirebbe al gruppo Fiat-Chrysler di rafforzare il bilancio. “Non è chiaro se Fiat continuerebbe a essere quotata in Europa o se Chrysler sarebbe quotata o meno con Fiat”, spiega il quotidiano finanziario, precisando che “la quotazione americana è una delle diverse opzioni che Fiat sta considerando ed è possibile che Marchionne decida di non seguire questa strada”.

Il numero uno del Lingotto ha più volte ribadito che la società torinese è in grado di acquistare la quota di Chrysler non ancora in suo possesso, mentre Fiat e il Veba (il fondo che fa capo al Uaw, il sindacato dei metalmeccanici) “sono nel mezzo di una disputa sul valore della quota” della casa automobilistica americana.

Il risultato della battaglia legale in corso determinerà quindi il prezzo che Fiat dovrà pagare per l’acquisto della restante quota di Chrysler. “E’ possibile che l’azienda non raggiunga un accordo con il sindacato“, conclude il Wall Street Journal. Chrysler, che ha fatto richiesta della bancarotta assistita nel 2009, non è quotata dal 2007, quando la tedesca Daimler l’aveva venduta a Cerberus.

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