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Elezione Presidente della Repubblica: una donna sì, ma una costituzionalista

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Congratulazioni a Milena Gabanelli per il suo successo tra i militanti del MsS, e ancora più apprezzabile la sua dichiarazione “Sono sopravvalutata”.

La Gabanelli è una bravissima giornalista e una persona per bene, ma basta per farne un Presidente della Repubblica? Considero impresentabili i candidati più gettonati in queste ore (in particolare i politici per tutte le stagioni come Emma Bonino e Giuliano Amato, di cui Marco Travaglio ha ricostruito con puntiglio i curricula) e vorrei anch’io vedere al Quirinale una persona che venga dalla società civile e una donna. Tuttavia, preferirei (per l’interessata e per il Paese) che avesse passato la vita a studiare la Costituzione piuttosto che a fare un altro mestiere.

Si dà il caso che un candidato non appartenente alla casta e di sesso femminile ci sia, un candidato alla pari con gli altri costituzionalisti di cui si parla in queste ore (Onida, Zagrebelsky) che permetterebbe anche di sanare una clamorosa ingiustizia: Lorenza Carlassare, professore emerito dell’università di Padova, avrebbe dovuto essere eletta alla Corte costituzionale in varie occasioni ma le furono sempre preferiti candidati più malleabili, e non sempre al di sopra di ogni sospetto.

Allieva di Vezio Crisafulli, la Carlassare è stata la prima donna, in Italia, a ricoprire la cattedra di diritto costituzionale. Ha insegnato Padova e in altre università, la sua bibliografia è sterminata e, negli ultimi anni, è stata attivissima nel promuovere la conoscenza e la difesa della Costituzione italiana. Il suo ultimo libro Nel segno della Costituzione ha opportunamente come sottotitolo La nostra carta per il futuro, per sottolineare la sua convinzione che abbiamo una costituzione moderna e avanzata, i cui nemici si trovano, non a caso, fra i produttori delle molte leggi “ad personam” che hanno funestato la vita politica del Paese negli ultimi vent’anni.

Il rapporto fra democrazia e competenza non è nuovo: risale quanto meno alla condanna di Socrate da parte di una giuria popolare nell’antica Atene. Oggi non sarebbe tollerabile un Presidente della Repubblica scelto fra gli oligarchi perché “competente” ma neppure sarebbe una scelta saggia andare a cercare una grande giornalista o un grande medico per il Quirinale. C’è l’occasione di eleggere un democratico, competente, e assai dotato di indipendenza di giudizio: Grillo, Vendola e Bersani non dovrebbero farsela scappare.

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