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Pillola dei 5 giorni dopo, cresce la contraccezione “riparatoria”

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Recentemente la Hra Pharma ha pubblicato un comunicato relativo al bilancio a un anno dalla vendita nelle farmacie italiane del contraccettivo “d’urgenza” EllaOne a base di Ulipristal acetato. Ogni giorno sono state acquistate circa trenta confezioni, in un anno vendute oltre 11mila e il trend appare sempre più in crescita. Secondo i dati di vendita degli ultimi mesi il bilancio degli acquisti sembra attestarsi su circa mille “pillole dei cinque giorni” al mese.

La pillola dei cinque giorni dopo, rispetto ai preparati chimici di vecchia generazione, sembra essere più efficace. Naturalmente se utilizzata tempestivamente entro le 24 ore. Se assunta entro 5 giorni dal rapporto a rischio, la pillola ha la funzione di interferire con i meccanismi dell’ovulazione. In particolare la molecola è in grado di ritardare la stessa ovulazione in modo tale da prevenire la fecondazione dell’ovulo. Vista la durata dell’effetto (120 ore), l’ulipristal acetato potrebbe anche impedire l’impianto in utero di un ovulo già fecondato.

Da un’indagine svolta dall’Istituto di Ricerche francese BVA Healthcare e condotta su un campione di 1.234 donne sessualmente attive, sembra che una donna italiana su tre ha rapporti sessuali a rischio di gravidanza non desiderata, ripiegando quindi sulla modalità più semplice: la contraccezione d’urgenza.

Non credo sia utile fare sciocchi moralismi, ognuno deve sentirsi libero di vivere la propria sessualità come meglio crede, scegliendo le modalità contraccettive più congeniali. Quello che non riesco a comprendere è come si possa però coniugare un concetto come contraccezione con quello di urgenza!

Infatti, pur riconoscendo come di fondamentale importanza la possibilità di riparare ad un eventuale incidente di percorso (esempio classico la rottura del profilattico), non comprendo la superficialità di coloro che decidono di risolvere l’imprevisto “prevedibile” e facilmente evitabile della gravidanza indesiderata, utilizzando semplicemente un farmaco. La contraccezione può essere rappresentata da una particolare rosa di tecniche necessarie ad impedire o ridurre la probabilità che si verifichi una gravidanza, i contraccettivi definiti d’urgenza oltre ad interferire sui meccanismi della possibile ovulazione, intervengono anche impedendo l’impianto in utero dell’ovulo già fecondato. Quindi, in linea con quanto detto ed evidenziato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): “la gravidanza ha inizio quando l’ovulo fecondato si impianta nell’utero e non dal momento in cui avviene la fecondazione”, un farmaco assunto tempestivamente e che impedisce l’impianto in utero può essere considerato contraccettivo, anche se d’urgenza. A mio avviso sarebbe più preciso definirlo “riparatore”.

E’ il concetto d’urgenza che stride. Piuttosto che rimediare all’ultimo momento, si potrebbe ovviare serenamente utilizzando il profilattico, che oltre ad impedire meccanicamente la fecondazione (97%), previene soprattutto dalle malattie trasmesse sessualmente!

Educhiamo ad una buona sessualità, rendiamo più libero il “piacere” pur ricordando costantemente di rispettare se stessi e l’altro diverso da sé!

good enough sex!

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