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Camusso, sì a un governo Pd-M5s: “Il Paese ha bisogno di risposte”

Per il segretario Cgil, "bisogna rispettare la volontà degli elettori". Netto no a un governissimo o a un nuovo esecutivo tecnico: "Abbiamo già dato"
Camusso, sì a un governo Pd-M5s: “Il Paese ha bisogno di risposte”
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Susanna Camusso apre a un governo Pd-Cinque Stelle “perché c’è bisogno di risposte”, e chiude a governissimi ed esecutivi tecnici. Intervistata da Lucia Annunziata nella trasmissione In Mezz’ora su Rai 3, il segretario della Cgil ha affermato: “Penso che il voto abbia detto che c’è un partito che ha preso il maggior numero di voti e un secondo partito che è M5S e quella è la volontà degli elettori”. Ben venga quindi un tentativo di accordo tra i Democratici e M5s: “Il Paese ha bisogno di risposte positive e di rimettere al centro il lavoro, i lavoratori, i redditi. Vorrei che ci fosse una responsabilità condivisa. C’è un momento in cui assumersi una responsabilità è un fatto positivo”. 

Le parole di Camusso colpiscono, tenuto conto anche dei continui strali di Grillo nei confronti dei sindacati. “La triplice sindacale è responsabile esattamente come i partiti della situazione economica attuale, lo sanno tutti” aveva affermato, tra l’altro, il fondatore di M5s. Stilettate che per il segretario Cgil evidentemente non pesano quanto la necessità di dare un governo ‘politico’ all’Italia, e in fretta. E se Bersani fallisse nella sua mediazione? “Bisognerebbe comunque continuare a moltiplicare le ipotesi per una soluzione che sia la più rispettosa del risultato del voto” sostiene Camusso. Contraria, invece, a un ipotetico governissimo: “Penso che gli italiani abbiano già detto di no”. E decisamente ostile a un nuovo esecutivo tecnico: “Abbiamo già dato”. 

Da Camusso arriva anche un’analisi del voto, non esattamente celebrativa del M5s: “L’affermazione elettorale di Cinque Stelle è il segnale di di una grande divisione e sfiducia del Paese e di una grande frantumazione. Il risultato delle elezioni dimostra che per troppo tempo i partiti non hanno guardato alla condizione dell’economia reale del Paese e alle difficoltà crescenti delle persone”. Quanto ai sindacati, “la lunga stagione di divisioni ha indebolito la rappresentanza nei luoghi di lavoro. Dobbiamo tornarci, in quei luoghi”. 

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