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Alemanno e i rimpasti: la porta girevole del Campidoglio

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Cambia la squadra di continuo, per non cambiare se stesso. Dall’inizio del suo mandato, nel maggio dell’anno domini 2008, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha dato vita a cinque rimpasti di giunta.

Il prezzo dei continui scontri nella sua maggioranza di centrodestra, lacerata da veti incrociati e rancori atavici. E dove non sono arrivate le faide interne, ha inciso il Tar del Lazio, che nel luglio 2011 aveva annullato la giunta Alemanno per il mancato rispetto delle quote rosa. Ieri però il sindaco dal passato (?) littorio si è superato, riprendendosi come assessore ai Lavori Pubblici Fabrizio Ghera.

Il buon Ghera si era presentato alle Regionali, ma i cittadini del Lazio l’hanno bocciato. E allora Alemanno, che degli amici non si dimentica mai, l’ha riaccolto in Comune. A fargli posto Massimo Milani, l’ex caposegreteria di Ghera. Come dire: una faccenda di famiglia. D’altronde i sentimenti sono una cosa seria, soprattutto a poche settimane dal voto a Roma, il 26 maggio. Così i rimpasti in Campidoglio salgono a sei.

C’è ancora un po’ di tempo per arrivare a sette. 

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