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Mediaset vola con Bersani (+10%), si sgonfia con Grillo (-1%) e pareggia con B.

Exploit col giallo nelle sale operative. Secondo i tecnici, visto l'alto indebitamento, il titolo è agevolato tanto quanto le banche da un abbassamento dello spread, ma non mancano le speculazioni sulle future mosse di Berlusconi
Mediaset vola con Bersani (+10%), si sgonfia con Grillo (-1%) e pareggia con B.
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Clamoroso exploit di Mediaset in Borsa in scia ai primi instant poll che, pur dando il Pd in testa, evidenziano per il Pdl una posizione notevole rispetto alle attese. E così il titolo del gruppo televisivo della famiglia Berlusconi che già viaggiava in territorio positivo con un guadagno vicino al 4% a una manciata di minuti dalla chiusura delle urne, con le prime proiezioni è schizzato verso l’alto toccando un picco del 10% a 1,85 euro. 

Stupite le reazioni degli analisti, riporta Reuters, mentre i trader parlano prevalentemente di ricoperture: “C’era forte short che sta venendo ricoperto”, dice uno di loro. Altri azzardano ipotesi di un ritorno di Berlusconi a occuparsi delle aziende o di fantomatiche operazioni straordinarie, mentre altri ancora ipotizzano addirittura una ritirata del leader del Pdl anche dalla tv. “C’è molta volatilità, è tutta speculazione“, aggiunge un altro operatore. “Forse banalmente qualcuno pensa che i risultati finali saranno diversi”, commenta un analista di una banca italiana. “E’ vero che Mediaset è tra i titoli più indebitati del FTSE Mib è quindi il calo dello spread fa bene. Poi in Lombardia non è chiaro il risultato ancora, i numeri potrebbero essere tali da dare chance a Berlusconi di proteggersi da una legislazione ostile“.

“Con questi numeri la sensazione è che Bersani abbia una chiara maggioranza anche al Senato. Se gli exit poll dovessero rivelarsi affidabili, non c’è nessun motivo per spiegare il rialzo di Mediaset. Con la maggioranza alla sinistra e senza nemmeno l’influenza moderatrice di Monti e Casini, Mediaset rischia di essere penalizzata“, dice Claudio Aspesi, analista di Bernstein a Londra. “L’unico argomento che uno può ipotizzare è che un governo più di sinistra è meno destinato a sostenere politiche di austerità, quindi ci sarà un tentativo di rinegoziare gli accordi con la Comunità europea e questo potrebbe portare ad una ripresa della spesa”.

La corsa è stata fiaccata dall’arrivo delle prime proiezioni che hanno disegnato uno scenario più incerto, con l’avanzata del Movimento Cinque Stelle: il titolo è scivolato in negativo guadagnandosi una sospensione per eccesso di ribasso  (-1% il minimo di giornata), per poi recuperare nel finale, in scia al sorpasso nelle proiezioni del centrodestra sul centrosinistra. Positivo, quindi, il saldo di una giornata di passione: +2,08 per cento. 

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