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Per combattere Berlusconi basta poco

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Se per 20 anni sono stato in piazza non è perché non avevo nient’altro da fare, né per l’odore dell’asfalto e nemmeno per creare problemi agli agenti messi lì a fare il loro lavoro. Se per 20 anni ho combattuto Berlusconi, non è perché ce l’avevo con lui come persona, ma per quello che rappresenta, per quel vento di subdola illegalità che ha portato da subito nella vita politica italiana, per quella patina di cialtroneria che ha spalmato in ogni aspetto della vita pubblica e nella società. Una patina che richiederà impegno e tempo per essere cancellata.      

Se per tutto questo tempo ho combattuto il malcostume dilagante e ora ho accettato di candidarmi al Consiglio regionale del Lazio con la lista Rivoluzione civile, è perché credo fortemente che l’impegno personale, a partire dal mio, possa cambiare davvero le cose. Fare tutto da soli richiede fatica e non dà garanzia di risultati, quando invece decine di persone lottano insieme per una causa comune tutto si fa possibile. L’orizzonte cambia prospettiva, le nubi fino ad un momento prima minacciose, iniziano a diradarsi e il sole, timidamente, ad illuminare le cose.

Ieri mattina, ad esempio, mi sono recato prima dal Prefetto di Roma e poi alla procura dove ho presentato un esposto per chiedere di verificare se l’invio di milioni di lettere agli elettori italiani, in cui Berlusconi promette di restituire i soldi pagati per l’Imu del 2012, non si configuri come voto di scambio

Ho impiegato circa due ore della mia giornata, ma non è stato tempo perso, perché il risultato è che ora di questa cosa si sta parlando in giro, la notizia arriva alle orecchie dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati e viene discussa.  Si prende cioè coscienza di una proposta che apparentemente può sembrare vantaggiosa, ma che in realtà, ammesso e non concesso che venga messa in pratica, porterebbe ulteriori danni proprio alle categorie sociali già vessate dalle tasse imposte prima dallo stesso Berlusconi e successivamente da Monti.

Come vedete basta poco. Pensate quale onda si potrebbe generare se in migliaia, in tutta Italia, dedicassimo due ore del nostro tempo per fare la stessa cosa. Sembra semplice e in realtà lo è, dobbiamo solo crederci. Si può fare, tutto l’occorrente lo trovate qui, in molti si sono già attivati. E’ un modo concreto di far sentire la nostra protesta, di farla crescere per mettere un argine al malcostume, all’inganno istituzionalizzato e, nel caso particolare, al tentativo di inquinamento della campagna elettorale. 

I diritti vanno conquistati e difesi e purtroppo non sono mai per sempre. Per questo dobbiamo unirci. Se abbiamo a cuore il nostro futuro e quello dei nostri figli dobbiamo camminare insieme.   

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