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Esercito, sequestrati mezzi manomessi con pezzi di ricambio difettosi

Erano impiegati anche nelle missioni di pace in Afghanistan. Denunciati il titolare di un'autofficina di Castelsardo (Sassari) e di tre suoi familiari per corruzione e truffa aggravata ai danni dello Stato. Svolte “fittizie riparazioni sugli automezzi"
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Veicoli militari impiegati anche nelle missioni di pace in Afghanistan e riparati in un’officina meccanica a Castelsardo (Sassari) con pezzi di ricambio usati e difettosi. Sono in tutto 26 i mezzi dell’esercito italiano che sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Sassari. Denunciati un ufficiale, del titolare dell’autofficina e di tre suoi familiari. I reati contestati sono corruzione e truffa aggravata ai danni dello Stato. Le indagini delle Fiamme gialle sono state avviate la scorsa estate in base a informazioni acquisite dagli inquirenti su possibili irregolarità nella riparazione dei camion e dei fuoristrada dell’esercito.

I 26 veicoli militari sono del tipo Iveco VM 90 (fuoristrada da pattugliamento) e Acm 90 (camion per trasporto materiali). La truffa accertata dalle Fiamme Gialle ammonta a circa 100mila euro. In particolare, spiega la Gdf, l’0fficina ha svolto “fittizie riparazioni sugli automezzi utilizzando pezzi di ricambio usati ovvero rettificando e riverniciando quelli già esistenti. Le prestazioni fornite, tuttavia, sono state fatturate come se fossero stati utilizzati pezzi di ricambio nuovi”. Gli accertamenti di natura fiscale condotti nei confronti della autofficina attraverso l’analisi delle fatture emesse a debito dell’Esercito Italiano per i lavori eseguiti, delle giacenze di magazzino e dell’elenco fornitori, hanno consentito di acquisire elementi di riscontro all’ipotesi iniziale e quantificare una truffa ai danni dello Stato che ammonta a circa 100mila euro. “La condotta fraudolenta, oltre a determinare un consistente danno economico, ha anche messo a serio repentaglio il funzionamento dei mezzi militari e, conseguentemente, l’incolumità del personale militare”.

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