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Il voto e Mps

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“La notizia, bisogna dirlo, l’ha pubblicata il Fatto“, disse Vespa, felice come chi si appresta a subire l’estrazione di un molare senza anestesia. Si parlava dell’allegra combriccola del Montepaschi che aveva fatto sparire 500 milioni (e chissà quanti altri ancora) nel buco nero della banca rossa, e sulla candida poltrona la candidata pd Moretti fu inquadrata mentre, rapita, fissava un punto imprecisato all’orizzonte. Il nero-crinito Lupi respirò gratitudine per gli uomini del Monte che avrebbero distratto gli elettori dai Cosentino e dalle altre ignominie Pdl. E il montiano Olivero non seppe se rallegrarsi per l’imprevisto inciampo che poteva frenare il nemico e futuro amico Bersani oppure dolersene.

Mercoledì sera non soltanto nello studio di Porta a Porta spuntavano lunghe e vaporose code di paglia. Massimo D’Alema incautamente disse: “Il presidente del Monte lo abbiamo cambiato noi”. Come se non si sapesse che a Siena non si muove foglia che il Pd non voglia. A Berlusconi spuntò un’affettuosa lacrima nel ricordare certi prestiti agevolati. Reduce dall’applauso miliardario di Davos il premier Monti lanciò un monito affinché “nessuno si facesse venire fantasie elettorali” sulla vicenda, e subito tutti si chiesero quali “fantasie” potessero riguardarlo.

Passare alla storia come il premier del governo dei banchieri non sarà certo piacevole, ma se il sistema creditizio italiano oltre a divenire ostaggio di una finanza opaca e massonica, oltre ad aver succhiato immense risorse dalle tasche degli italiani, oltre ad aver maltrattato imprese e clienti oggi si mostra come un verminaio di interessi inconfessabili di chi è la colpa? Solo di quel Giuseppe Mussari che il Pd non può aver licenziato se prima non lo avesse arruolato? E la lobby dei banchieri che lo ha voluto al vertice dell’Abi? E la Banca d’Italia che non si era accorta di nulla? E intanto il ministro dell’Economia Grilli di cosa si occupava, del suo bell’appartamento ai Parioli? Pagheranno sempre e solo i risparmiatori?
Tra un mese si vota e sarà l’occasione più propizia che gli italiani avranno per regolare i conti con chi li ha truffati. Altro che fantasie elettorali, presidente Monti, queste sono solide realtà.

Il Fatto Quotidiano, 25 Gennaio 2013

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