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Marchionne: “Ipo Chrysler in 9 mesi”. “Monti? Ora è questione politica”

L'ad di Fiat ha confermato l'integrazione tra le due aziende come il prossimo obiettivo. Sul piano politico ha riconosciuto l'importanza del governo tecnico, ma non si è espresso sulle prossime elezioni. Su Montezemolo e Passera: "Candidarsi o meno è scelta loro"
Marchionne: “Ipo Chrysler in 9 mesi”. “Monti? Ora è questione politica”
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“L’obiettivo finale è quello di arrivare alla piena integrazione di Fiat e Chrysler“. Così l’amministratore delegato dei due gruppi, Sergio Marchionne si è espresso al salone dell’auto di Detroit dove ha specificato che “l’Ipo di Chrysler è tecnicamente fattibile in nove mesi”. Il manager si è anche espresso sulla candidatura di Mario Monti a futuro premier: “Vanno distinte due fasi diverse: una cosa è il governo Monti, che ho difeso e sostenuto a livello internazionale. Ho ritenuto fosse un dovere farlo come italiano. Ha salvato l’Italia, stabilizzando lo spread. Oggi non dico nulla: la parola agli elettori. Quando Monti è andato al governo – ha aggiunto l’Ad di Fiat Chrysler – circa 13, 14 mesi fa, sin da subito gli ho riconosciuto la grande capacità di rimettere in piedi un paese in un momento drammatico della sua storia. Ho difeso con tutte le mie forze quell’esperienza, continuo a farlo e lo farò sempre. Poi però s’è aperta una fase, un processo diverso, in cui si confrontano programmi. E su questo la Fiat non ha nulla da dire” ha concluso.

E sull’assenza dalle liste elettorali di Luca Cordero di Montezemolo e di Corrado Passera ha commentato: ”Candidarsi o meno sono scelte loro in cui io non entro. Io faccio il metalmeccanico” e ha concluso: “Dei giornali italiani leggo 6-8 pagine di politica. Siete voi che ne sapete molto, io sono un pivello”.

Riguardo all’integrazione Fiat-Chrysler è arrivata pronta la risposta del segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini: ”Fiat già ora è una succursale degli americani: vende auto con Chrysler in America, vende in Brasile, mentre il buco nero resta l’Europa, resta l’Italia, dove l’azienda chiude fabbriche come Termini Imerese e Irisbus”. Il sindacalista è intervenuto così al Giornale Radio Rai. E sul caso dei 19 licenziamenti a Pomigliano d’Arco, Landini aggiunge: “In questa decisione credo abbia pesato il fatto che domani il Tribunale di Roma discuterà il ricorso presentato dalla Fiom proprio su questa vicenda: se il giudice ci darà ragione non solo Fiat non potrà licenziare 19 persone ma non potrà licenziare nessuno e tutti i lavoratori di Pomigliano che sono ancora fuori dovranno rientrare”.

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