A volte, Scòzzari, ritorna.

Bolognese (se mai lo fu, come vedremo…) classe ’46, fumettista, illustratore e scrittore,  Filippo Scòzzari  esordisce nel fumetto, con lo pseudonimo di Winslow Leech, su riviste come Re Nudo e Il Mago.  A Roma nel 1978 fonda la rivista autoprodotta «Cannibale» insieme a: Andrea Pazienza, Tanino Liberatore, Stefano Tamburini e Massimo Mattioli. Con lo stesso gruppo di autori geniali fonda nel 1980 «Frigidaire», che diverrà la più importante rivista di fumetti d’avanguardia. Per «Frigidaire» realizza le sue più importanti opere a fumetti, La Dalia Azzurra e il Dottor Gek, più volte ristampate in albi e volumi, e Suor Dentona, oggi ristampata da Mompracem. La Mondo Bizzarro Gallery gli dedica nel 2003 la mostra Suor Dentona & altri pezzi. Nel 2012, per «Il Male di Vauro e Vincino» ha ripreso finalmente a realizzare Suor Dentona.

Ma state a sentire. Volete  un buon motivo perché Wikipedia possa sopravvivere? Leggetevi allora, nella biografia del “nostro”,  la più formidabile/implacabile delle “fotografie” che, penso, descrivano alla perfezione il personaggio; “Nel 1976, assieme a Giampiero Huber (Gaznevada e The Stupid Set) e a Dadi Mariotti, occupa un appartamento in via Clavature, nel centro di Bologna, ribattezzandola Traumfabrik (La Fabbrica dei Sogni). La casa diventa prestissimo un punto d’incontro per artisti, studenti, tossicomani e perdigiorno, che vi si incontrano per disegnare, ascoltare musica, suonare e farsi. La faccenda degenera in fretta, e alle prime morti Scòzzari si trasferisce in un altro appartamento al piano superiore”. Dicevamo che (grazie alla ristampa da parte di Mompracem) il fumettista bolognese ritorna, e lo fa con uno dei suoi più importanti personaggi, Suor Dentona.

Suor Dentona è tornata… Perché hai rimesso mano a questo personaggio?

“Anni fa scoprii l’enorme divertimento della scrittura e, per conseguire una superiore Felicità, come un deficiente abbandonai la matita per la tastiera. Ma il primo amore si ripresenta, sempre, e non dà tregua: tocca ricominciare con le antiche coccole. Il Rientro, presente? Ma avevo dimenticato come si disegna – lo Scrittore aveva accoppato il Disegnatore – e mi si era pure atrofizzato il cervello da fumettaro, perciò ho scelto Suor Dentona, la cui follia non mi aveva mai realmente abbandonato. Poco esigente dal punto di vista estetico, poco faticosa da disegnare quindi perfetta per ricominciare, avevo però scordato quanto un personaggio così fosse esigente dal punto di vista, ehm, mentale. Una suora, che sui campi di battaglia fa e rifà quel che fa, esige un pubblico di piena maturità, come si diceva una volta. Sapevo che era amatissima, altro bel motivo, ma a distanza di anni si ripresentava di nuovo la sfida di non renderla un personaggio da camionisti. Per questo ho usato di tutto. Il bel disegno, esperimenti sul linguaggio, regioni mentali inusitate, prese in giro dell’enorme cumulo di farfalle che abbiamo nel zervello. La ribalderia più smaccata, insomma, ma zero cazzi mannari: dopo tutto Suor Dentona è un pamphlet anti pornografia, oltre che contr‘a guera e contro l’iddio zia dda relìggion. (Occhio. Scrivilo come te l’ho dettato… )”. (Sarà fatto, n.d.r.).

Parlando più in generale, com’è lo stato di salute del fumetto in Italia?

“Non parlerò del fumetto bonelliano al metro, specchio impietoso del come siamo ridotti, un’Ilva del fumetto, altro che Maggico Vento. Parlerò d’altro. Vedo molte iniziative. Creperanno, nessuna esclusa. Spuma di onde di lago morto. Le qualità esistono, paradossalmente: piccola editoria eroica, giovani autori eroici, proposte eroiche… particelle che affrontano a mani nude un periodo marcio come poche altre volte. Purtroppo, per come la vedo, la sento e la gusto, ad una sordità e ad una cecità generali, chiamiamola pur distrazione, si cerca di reagire con armi sovente a peso specifico zero. Piccoli esperimenti, piccolissimi, ininfluenti morsi alla realtà, a volte, – eccoli, i miei eroi – ma più spesso scimmiottature di artisti acclamati fuori di qui, non certo dal nostro ridicolo mercato, plasmato dalle fumetterie, non dal gusto. L’adulterio dei gregari, la truffa dei nullatenenti. Nessuno che armato di cultura, cattiveria, monelleria, presunzione, voglia di ribaltamenti, affronti il classico chi siamo e dove andiamo. Solo artigianato e foruncoli, per ora. O calligrafia sontuosa, ad agghindare fumosità e mascherare l’incapacità di affrontare la boria del Reale. O patetici innamoramenti giovanili all’acquerello, in povere incombenti periferie, all’acquerello pure quelle. O esagitata voglia di stupire con un’idiozia e una follia studiate a tavolino: Dostoevskij non abita qui. Ma esagero, me lo dico da me: la devo smettere di berciare, di pretendere e invocare l’Avvento. Ormai il fumetto, nel paese dei campanelli, ha fatto la fine dell’operetta: cipria, strass e cinguettii, che i brontolii degli insoddisfatti non trasformeranno in ruggiti”.

Non hai mai avuto peli sulla lingua… Che cosa pensi oggi di Bologna? Perché alla fine del Novecento Bologna ha vissuto un’epoca “magica” del fumetto?

“Incroci, scontri, sovrapposizioni di vite, urgenze, voglie, incapacità, contingenze e illusioni. Chi ha vissuto in quella Bologna lo sa, e non tornerebbe indietro manco morto; chi non c’era non capirebbe, e se ne fotte. Perché il neonato scalcia lacrimante e convulso se gli neghi il biberon, o se gliene imponi uno di soli cavoli, se lo obblighi a dormire a pancia in giù? Se osi arrabbiarti quando si caga addosso come Istitutore sei un miserabile. Tornerà il ’68? Tornerà il ’77?  La risposta era affidata a Monti, e ora si spera tanto in Bersani. Il Grande Sonno della ragione riprodurrà mostri? Dirti non so”.

Bologna è ancora un posto “vitale”, come molti sostengono, o sta addormentandosi come altri dicono?

“Non sono più bolognese da un pezzo, se mai lo fui, ma da quella laboriosa cittadina non mi giungono clangori particolari”.

In cosa si concreta dunque la reale offerta culturale di questa città? E quali sono invece i luoghi comuni da sfatare su Bologna?

“A Bologna c’è la Droga? A Bologna ci sono i Prezzi Bassi? A Bologna c’è l’Aria Sana? Qual è l’ultimo Nobel assegnato a un bolognese? Dopo Mozart, chi è passato di qua? La Mortadella fa bene allo spirito? Al Roxy Bar si fanno mostre? I questurini leggono libri?”.

Parliamo di politica.  Che impressione hai del dibattito/scontro  circa il rapporto fra i partiti e la cosiddetta “antipolitica”? Andrai a votare?

“La voglia di rimanermene a casa a contare gessetti e pastelli è prepotente. Ma andrò, e sulla scheda scriverò: “L’ANTIPOLITICA È POLITICA, DEFICIENTI! 10, 100, 1000, MUCHOS GRILLOS!” Nel sottotitolo aggiungerò “GRILLO, OCCHIO ALLE CAZZATE! HAI GIÀ COMINCIATO!”.

Un personaggio che avresti voluto disegnare e ancora non hai fatto?

“Ho in mente un ME a cui danno retta. Un affresco possente, non all’acquerello…”

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