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Crisi governo, spuntano i manager che sfiduciano Berlusconi sulla via del ritorno

Silvestre Bertolini, presidente di Cida: “L'azione ostruzionistica del Pdl fa ripiombare il Paese nel baratro, come ci ammoniscono la risalita dello spread e la discesa della Borsa. È da irresponsabili anteporre gli interessi di parte e di partito a quelli del Paese”
Crisi governo, spuntano i manager che sfiduciano Berlusconi sulla via del ritorno
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E ottocentomila manager mollarono Silvio Berlusconi sul viale del ritorno. Ieri, mentre il Pdl ritirava il sostegno a Mario Monti qualcuno ha battuto un colpo, un sussulto inatteso anche solo per la provenienza. “L’azione ostruzionistica del Pdl in Senato fa ripiombare il Paese nel baratro, come ci ammoniscono la risalita dello spread e la discesa della Borsa. È da irresponsabili anteporre gli interessi di parte e di partito a quelli del Paese e questo vale per chiunque lo faccia e qualsiasi sia il motivo”.

Così parla Silvestre Bertolini che non è un politico, non è espressione di uno schieramento, ma è il presidente di Cida, un’associazione che rappresenta 800mila tra dirigenti, quadri e manager del pubblico e del privato. Insomma, sono gli uomini d’azienda i primi, oggi, a scongiurare un ritorno del politico-imprenditore. E lo fanno con un comunicato che arriva a tempo di record, appena il Popolo della Libertà fa mancare il sostegno al governo.

I concetti sono netti quanto imprevisti ed esprimono a parole quello che spread e Borsa, a fine giornata, avevano appena rivendicato coi numeri: Berlusconi? No grazie. “La vecchia e peggiore politica che ha condizionato la vita dell’Italia negli ultimi decenni – continua Bertolini – torna in campo ed entra subito a gamba tesa. Mancano pochi mesi alle elezioni, dove i partiti e gli schieramenti potranno presentarsi con i loro progetti e gli italiani scegliere democraticamente a chi dare fiducia. Da qui a là c’è bisogno di tranquillità, si fa per dire, e di confrontarsi sulle idee e soprattutto sui programmi per dare un futuro al Paese. Ma sino ad oggi programmi se ne sono visti pochi e, invece di giocare a carte scoperte e lavorare per il bene del Paese, stiamo ritornando alle solite”.

E’ un piccolo ma importante segnale di cedimento del consenso berlusconiano anche nel campo naturale in cui si è propagato.Nella stessa area, Confindustria per ora tace, aspettando forse di capire cosa succederà nelle prossime ore. Ma di “irresponsabilità”, di “comportamenti da condannare” e “comportamenti senza senso” parla chiaramente il portavoce della Cida, una confederazione sindacale che raccoglie gli iscritti delle principali associazioni di manager del Paese, Federmanager a ManagerItalia in testa.

“Ogni azione – è l’appello – quali quelle che si stanno prospettando, da qualsiasi parte vengano, sono un gravissimo gesto di irresponsabilità e di disinteresse verso tutti gli italiani. Abbiamo bisogno della politica, ma della buona politica, non di quella vecchia e poco utile che ritorna a far capolino con comportamenti che sono da condannare”. Insomma, sembra chiaro che la categoria – a meno che non si tratti di un colpo di testa del presidente Bertolini – ha deciso di sconfessare apertamente la linea del Pdl e auspichi si stacchi la spina a Belrusconi prima ancora che lui la stacchi a Monti.

“Si lascino da parte interessi di parte, egoismi, permalosità eccetera, quello che oggi deve prevalere è solo e unicamente l’interesse del Paese. Chi ha idee e programmi utili lo dimostri nei mesi che ci separano dal voto e lo metta al vaglio degli italiani alle elezioni di primavera. Ogni altro comportamento non ha alcun senso e farebbe precipitare le cose, disperdendo tutto quello che, nel bene e nel male, abbiamo fatto nell’ultimo anno, riuscendo comunque a salvarci dal baratro. Baratro che è sempre lì e nel quale basta poco per cadere”.

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