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Candidati del M5S in televisione, perché farsi del male?

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Bisogna essere stupidi per non capire che la televisione è un sistema di potere che ha soffocato l’Italia. Ha imbavagliato l’informazione, ha fatto sparire la cultura, ha stordito le menti con i giochi a quiz a tutte le ore, ha imposto il modello del reality (cioè: sei qualcuno se sei falso e fai audience), ha fatto sparire dai tg i problemi del paese e – anzi – capovolge la realtà. In questo gioco di controllo e distrazione di massa ci sono anche i talk show a sfondo politico. Quei candidati del M5S che si ostinano a scendere nell’arena televisiva di format pilotati e manipolati, inseguono una visibilità all’interno di un contenitore che spesso si trasforma in una fogna. Perchè farsi del male?

Ho già spiegato in questo post perchè Beppe Grillo ha ragione a dire “non andate in tv”. E’ un suggerimento valido, soprattutto per i seguenti motivi:

1) il M5S usa il media del futuro, la Rete, che si basa sul modello di trasmissione “da molti a molti”, mentre la tv è la trasmissione “da uno a molti” (quindi se quell’uno è ad esempio Berlusconi, avremo l’imposizione di un modello di realtà falsato e menzognero).

2) I risultati stratosferici del M5S sono arrivati senza la televisione, che però ha il ignorato il programma del Movimento. Quindi a che serve andare in tv e nei talk show? A prendere più voti? No, affatto. Semmai i voti si perdono. E’ sifficiente che un poltico di professione, abituato alla menzogna, alzi la voce e impedisca al grillino di parlare, ripetendo una qualsiasi falsità in continuazione per farla percepire ai telespettatori come verità, e la trappola si chiude.

3) Il M5S torna a fare politica tra la gente. Incontri, riunioni, banchetti, volantini, colloqui in piazza, e infine i social network, la posta elettronica, i video su You Tube. E’ l’esatto contrario della poltica televisiva, basata sulle finte promesse e le bugie.

Ci vuole tanto a capirlo, secondo voi?

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