Tre giorni – da venerdì a 16 a domenica 18 novembre – per una rassegna dedicata alle scritture come mestiere. È lo Scriba Festival (http://www.scribafestival.it/), organizzato dall’associazione culturale Finzioni in collaborazione con la Bottega Finzioni, fucina di narratori fondata da Carlo Lucarelli, e l’agenzia di comunicazione Hook.com. E il suo scopo è di promuovere le arti legate allo scrivere declinandole a seconda dei diversi media in cui trovano applicazione e dedicando uno spazio specifico agli esordienti (ed emergenti) con l’iniziativa “Scrivi a Scriba”. Ma tra gli obiettivi, ha sottolineato Lucarelli, c’è anche quello di “inventarci nuove forme e un nuovo fisico dove si possano manifestare”.

Da un lato, infatti, il festival, nato da un’idea di Manuela Draghetti e diretto da Piero Di Domenico, vuole essere una non stop di esperienze che toccherà diverse location bolognesi e del suo immediato hinterland, dalla Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio alle Librerie Coop fino alla mediateca di San Lazzaro di Savena e alla fondazione Unipolis (che curerà un’iniziativa sulle scritture migranti). E qui, a cadenza variabile tra una e due ore, prenderanno la parola personaggi come Donata Feroldi, autrice del Dizionario analogico della lingua italiana edito dalla Zanichelli, Sergio Rizzo del Corriere della Sera, l’editor di Mondadori Beppe Cottafavi, l’archeloga Federica Guidi e Giovanni Francesio, direttore editoriale di Piemme.

Ma tanti saranno anche gli scrittori tra cui Wu Ming 2 (al secolo Giovanni Cattabriga) per parlare di viaggi, Sandrone Dazieri, Mario Pasqualotto, Giampiero Rigosi, Marcello Fois ed Ermanno Cavazzoni (gli ultimi tre fanno parte con Lucarelli e con Michele Cogo anche del comitato scientifico del festival). Sfileranno poi interlocutori come Piero Guerrera e Massimo Gaudioso, sceneggiatori rispettivamente del film di Antonio Albanese Qualunquemente e di Gomorra, il paroliere Alfredo Rapetti Mogol, in arte Cheope e figlio del celebre Mogol, gli autori televisivi Rai Janna Carioli (La melavisione), Mario Bellina (L’albero azzurro) e Paolo Taggi (Domenica in, Turisti per caso, Per un pugno di libri). Completano poi il programma il politologo Cristian Vaccari, il critico cinematografico Roy Menarini e molti dei professionisti della Bottega delle Finzioni per estendere il discorso a “generi” come i videogiochi o i bugiardini dei farmaci.

Senza dimenticare, si diceva, chi sta iniziando a cui è riservato “Scrivi a scriba”. Entro le 24 del 4 novembre prossimo, coloro che sono alle prime armi possono infatti inviare un testo inedito da sottoporre a una delle 6 categorie previste dal bando di partecipazione: teatro, televisione, ragazzi, musica, cinema e viaggio. Si tratta di scritti della lunghezza massima di 1800 caratteri che devono essere l’idea per un monologo, un format per il piccolo schermo, il testo di una canzone, una favola moderna, un corto di 5 minuti o un racconto itinerante. Tra il materiale inviato verrà selezionato un testo per settore e i 6 vincitori avranno la possibilità di partecipare a 10 lezioni magistrali della Bottega  Finzioni.

“Una volta gli scrittori si incontravano nei caffè e poi creavano le riviste”, ha aggiunto Carlo Lucarelli presentando l’iniziativa nel corso di una conferenza stampa alla libreria Ambasciatori di via Orefici. “Poi il mondo che ruota intorno alla scrittura si è aperto al web e dalla Sicilia all’Alto Adige c’è stato un immediato scambio di esperienze, anche se in termini virtuali. La gente, così, non si incontra e non scambia sguardi. Qui a Bologna vogliamo inventare un punto di confronto per superare questo limite”.

Se Michele Cogo spiega il nome del festival sottolineando che “lo scriva è il tramite tra la cultura popolare e le sue forme più elevate”, non manca già una visione prospettica orientata al futuro. Il direttore della manifestazione Piero Di Domenico ha infatti dichiarato che “per una successiva edizione prevediamo di estendere il dibattito a chi scrive le rubriche di posta del cuore e i mattinali delle forze dell’ordine, ‘declinazioni’ della scrittura che hanno avuto e che hanno ancora un ruolo importante nel nostro di sentire e di sapere ciò che accade intorno a noi”.

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